domenica 1 giugno 2008

ROMA FINALMENTE E' LIBERA....ERA ORA!

Alemanni ci ha liberato dai parcheggi sulle strisce blu.
E' finita la schiavitù
MARCEL

UTTA ROMA (OMNIROMA) Roma, 30 mag - «A decorrere dalla data odierna e
fino a nuova deliberazione dell'Amministrazione comunale in materia -
riferisce una nota del Campidoglio - è sospesa la tariffazione della
sosta nelle aree definite di particolare rilevanza urbanistica, di cui
alla deliberazione n.104/2004 annullata, nel territorio del comune di
Roma». È quanto si legge nell'atto di indirizzo firmato dal sindaco di
Roma, Gianni Alemanno, inviato, fra gli altri, all'Atac, al comando
della Polizia Municipale e all'Ufficio Contravvenzioni, con il quale
viene sospesa la tariffazione oraria in tutto il territorio comunale.
L'atto di indirizzo, alla luce della sentenza del Tar pubblicata il 28
maggio che ha accolto il ricorso del Codacons e annullato la delibera
comunale n.104/2004, si è reso necessario, si legge nel provvedimento,
per «prevenire contestazioni suscettibili di arrecare a questo Comune
maggiori pregiudizi rispetto ai proventi della sosta» nelle strisce blu
e «rilevata la generale e ampia portata caducatoria della sentenza in
questione». red 301505 mag 08

mercoledì 28 maggio 2008

ORMAI OGNI GIORNO A COVERCIANO CE N'è UNA.....

l'ultima è degli oranghi.......

Singola protesta di militanti di Greenpeace, travestitisi da oranghi, a Coverciano dove l'Italia sta preparando l'Europeo.

''Che mondo sarebbe senza foreste'': e' lo slogan della manifestazione. Il gesto e' rivolto contro la deforestazione e l'uso di olio di palma per la Nutella, uno degli sponsor della Nazionale. I militanti chiedono di poter incontrare il capitano azzurro Fabio Cannavaro e di consegnare una lettera che spiega il problema e le conseguenze per gli oranghi.

domenica 25 maggio 2008

AZZURRI: ORMAI SIAMO ALLE COMICHE

FIRENZE, 25 MAG - Non sono arrivate fino all'abitudine inglese dello spogliarello completo, ma ci sono andate vicino. E' l'inconsueto fuori programma di due ragazze che hanno fatto un'invasione di campo a Coverciano per salutare gli azzurri, spogliandosi fino ad un risicatissimo bikini. Si tratta di due ragazze accreditate per la trasmissione di Italia 1, Lucignolo, una italiana e l'altra venezuelana. Obiettivo dell'invasione era realizzare un servizio per il programma.

CHE BISOGNA FARE PER CAMPARE...RAGAZZI....E' QUESTO IL GIORNALISMO IN ITALIA? SE NON SI FANNO CAZZATE E' PROPRIO DIFFICILE USCIRE SUI GIORNALI?

sabato 24 maggio 2008

FAILLA NON SE LO FILA NESSUNO....

Non ce ne voglia il simpatico Failla, giornalista Rai (specializzato in pallanuoto...almeno alle Olimpiadi), inviato questa sera allo stadio Olimpico a fare le interviste post Tim cup in un salottino appositamente allestito da "mamma" Rai sopra le tribune, con tanto di logo Tim, sponsor della Lega e del torneo.
A un certo punto Failla, piuttosto imbarazzato esclama; "Sarà forse per le difficoltà di raggiungere questo studio, ma credo che non verrà nessuno, a voi la linea".
Civoli fa finta di non aver capito comunque è l'ennesima figuraccia, visto che la Ra i diritti delle interviste li paga salati. Complimenti alle due squadre e alla Lega. Si sarà anche incazzato un po' il colosso Tim , che voleva beneficiare di qualche scampolo di visibilità in più, in una serata a firma Wind (suo concorrente), sponsor di maglia dell'A.s. Roma.
Certo c'è da chiedersi se tra le cause di questo "rifiuto" a Failla soprattutto da parte dei giocatori della Roma non ci sia la causa tra Totti e Failla, che fu definito dal centravanti giallorosso alla fine di una partita molto eccitata: "cazzaro".
Forse la Rai doveva inviare un altro giornalista, più benvoluto a Roma, o no?
Ogni tanto il buon senso serve a qualcosa o almeno a non fare brutte figure.

domenica 18 maggio 2008

LA FESTA PAZZA DI QUESTA PAZZA INTER

L'Inter ha conquistato a Parma gli ultimi punti che le consentono di strappare il terzo titolo nazionale consecutivo. Grazie a un malconcio Ibraimovich che, seppur mezzo zoppo, riesce a tirare due sassate contro la porta dei ducali, mentre nel primo tempo nessuno dei nerazzurri c'era riuscito.

Poi la sera scoppia la festa, ma anche la pazzia dei nerazzurri. A San Siro va in scena il solito melenso festino con la dirigenza del club, di fronte a un popolo pecoreccio e di basso profilo. Prova di cio? Il fatto che sia stata spaccata una delle porte e che alcuni "idioti" abbiano portato via oltre cinque metri di prato, obbligando i gestori dello stadio a intervenire pagando di tasca propria per i danni subiti dal rettangolo di gioco. Ma che idioti che girano in questo Paese.

mercoledì 30 aprile 2008

COSTANTINO...GUADAGNA IL DOPPIO DI TRAVAGLIO.....

Alla fine sulla base dei dati scaricati dal sito dell'Agenzie delle Entrate la più poveraccia è l'Arcuri....ma avrà dichiarato tutti.
E' testimonial di diverse case di prodotti, come fa a guadagnare solo 167.427

Vediamo un po'. Pubblico solo i redditi dei personaggi che fanno parte del mondo della tv e dello spettacolo. Tanto per fare un esempio ho tralasciato i cantanti.

Claudio Amendola: 1.862.286
Manuela Arcuri: 167.427
Roberto Benigni: 3.580.995
Daria Bignardi: 572.760
Claudio Bisio: 2.299.611
Fabio Volo: 577.001
Paolo Bonolis: 3.860.759
Elisabetta Canalis: 377.504
Carlo Conti: 988.640
Maurizio Costanzo: 4.290.152
Maria De Filippi: 3.986.027
Paolo Del Debbio: 647.809
Linus: 718.905
Alessia Fabiani: 99.495
Sabrina Ferilli: 423.829
Aldo Grasso: 216.145
Ezio Greggio: 1.523.368
Beppe Grillo: 4.272.591
Luciana Littizzetto: 1.824.084
Gabriele Muccino: 28.389
Silvio Muccino: 269.290
Michele Santoro: 118.752
Nicola Savino: 201.647
Marco Travaglio: 282.280
Simona Ventura: 1.677.193
Costantino Vitagliano: 463.785

martedì 29 aprile 2008

PARTIAMO DAI CAMPI NOMADI PIUTTOSTO CHE DAL FESTIVAL DEL CINEMA

Sembra che in questo Paese siano tutti diventati amanti ed esperti di cinematografia. Sarà per questo che i giornalisti sono più interessati a capire come Alemanno, neo-sindaco, vuole rimodulare la Festa del Cinema di Roma, piuttosto che l'annoso problema degli 88 (ottantotto, avete capito bene) campi nomadi. Non è meglio partire da queste emergenze?
Di seguito un pezzo de La Repubblica.it su questo singolare tema di discussione post voto.

FESTA CINEMA: ALEMANNO, NON SARA' DOPPIONE DI VENEZIA
La Mostra del Cinema di Venezia e la Festa del Cinema di Roma "devono diventare cose molto diverse". Lo afferma il nuovo sindaco di Roma, Gianni Alemanno, secondo cui "cosi' come e' stata concepita, la Festa del Cinema rischia di essere il doppione di Venezia". Rispondendo alle domande di Maurizio Belpietro su Mattino 5, Alemanno ha spiegato che il festival romano va "rimodulato", "appoggiandolo ai David di Donatello": in questo modo "puo' diventare una cosa molto utile". Affidato alla direzione di Pasquale Squitieri, la Festa del Cinema guardera' alla produzione nazionale: "La mia intenzione non e' quella di cancellare le iniziative culturali prese nel recente passato, ma di far mettere i piedi per terra - ha spiegato Alemanno - La festa del Cinema la faremo su film italiani, sulla produzione italiana piu' che su star di Hollywood, in maniera tale che si promuova la nostra cinematografia. In tal senso Pasquale Squitieri ci aiutera' molto".

ROMA E' LIBERA. HA VINTO ALEMANNO!

Ah dopo 15 anni di "non-governo" della città finalmente arriviamo a una svolta. Roma è libera, ma soprattutto non è più in mano al Centro-Sinistra. Non se ne poteva più dei loro inutili comunicati melensi, dei loro nastri di inaugurazione di progetti legati esclusivamente ai loro amici. Nel frattempo la città scivolava nel degrado, nello schifo, ma soprattutto nella noncuranza.
Governare Roma non è facile, anzi è l'esatto contrario (anche Alemanno non creda con due nastri di farci dimenticare questo schifo), ma è chiaro che se non si fa nulla è difficile realizzare qualcosa per la cittadinanza.
Ormai Veltroni era il mago di Oz, con la sua bacchetta magica e con le comparsate in tv, faceva apparire bello anche quello che non lo era.
Adesso la mano è passata a Gianni Alemanno. Gianni attento a non prendere in giro la gente, perchè per questo ci hanno pensato sia Rutelli, che Veltroni. Adesso basta! Cerchiamo di risolvere i problemi piuttosto che fare i proclami.
Mi raccomando....altrimenti è meglio cambiare città.
Comunque una cosa me la dovete lasciare dire. Scusate se è scurrile, ma ogni tanto ci vuole.
Sinistra, Centro-Sinistra? Tutti appassionatamente, ma andate a f.. in...o.

lunedì 28 aprile 2008

I PADRI SO PIEZZE E' CORE...SENSI E IL CASO SOROS

Siamo proprio di fronte a un chiaro esempio di industrializzazione del calcio italiano
Leggete e commentate come meglio credete...ma ci si arriva da soli

LA DICHIARAZIONE DI ROSELLA SENSI SUL CASO SOROS

"Volevo ringraziare da parte di mio padre, sia Pippo Marra, che si e' dimostrato ancora una volta un grande amico, sia tutti quei tifosi che ci stanno dimostrando affetto, e sono moltissimi. Mi ha pregato di dirlo oggi. E' un segnale che mio padre mi da', trasferisco il suo pensiero". Sono le parole dell'Amministratore delegato della Roma, Rosella Sensi, a Roma Channel, al termine della vittoria per 4-1 sul Torino. "E' stato un bel risultato, un grazie ai ragazzi che sono scesi in campo, hanno fatto un'ottima partita. Soros? Di questo non rispondo, parliamo per comunicati ormai".

domenica 27 aprile 2008

LOTTA ALL'ULTIMO VOTO...SPERIAMO BENE

I dati di affluenza del ballottaggio tra Rutelli e Alemanno non sono confortanti: si parla di -2.5% rispetto al precendente turno.
Speriamo bene, perché di solito sono quelli di Destra che non vanno a votare al ballottaggio, mentre le truppe cammellate della Sinistra si mangiano il panino a casa e vanno a votare in blocco. Speriamo bene veramente....Roma deve essere "liberata" dal C-S.

MUGHINI: TUTTI FENOMENI CON IL C...DEGLI ALTRI

In una recente intervista al quotidiano ItaliaOggi, Giampiero Mughini intervistato dal collega Claudio Plazzotta sul tema dell'abolizione dell'Ordine dei Giornalisti ha commentato in modo piccato che ormai questa professione la svolgono principalmente precari e piccoli uomini che non avrebbero saputo che cos'altro fare.
Non sono d'accordo per nulla con Mughini, cui ricordo che si è fatto radiare per aver fatto pubblicità a diversi prodotti.
Iniziasse a stare zitto prima di offendere la categoria e chi lavora seriamente. Io pubblicità non ne faccio, nè voglio farne e non verrò mai radiato per un ìa cosa del genere. La prossima volta sia più educato e corretto, invece di pensare solo a pare appereance a pagamento a Controcampo. una cosa che sarebbero buoni a fare tutti. Basta essere invitato e pagato, non mi sembra che ci voglia una particolare professione o scienza. Forse ci vuole più coscienza. O no?

UNA FIACCOLA DA SPEGNERE..,DI FRONTE AL DRAMMA DEL TIBET

Stiamo assistendo ogni giorno alle continue contestazioni del viaggio della fiamma olimpica che farà il giro del Mondo, in attesa di arrivare a Pechino il prossimo 8 agosto per i Giochi olimpici estivi.
Mi chiedo: ma a che serve questo tour che si porta con sè solo dissensi e contestazioni? Non sarebbe meglio fermare questa pagliacciata di dubbio gusto, visto che il "dramma" del genocidio del Tibet (da parte della Cina) ancora non è stato risolto?
Ma è possibile che questo mondo sia dominato solo dall'ipocrisia.

DA REPORT UN'IMMAGINE DISASTRATA DELL'ITALIA...E HANNO RAGIONE

Sto assistendo in diretta alla puntata domenicale di "Report", l'unico programma di approfondimento e di investigazione giornalistica della RAI. Si parla di trasporti pubblici e privati, con un confronto "terrificante" tra i treni tricolori e quelli della Renfe spagnola. Esce una immagine nazionale disastrata e da terzo mondo che dovrebbe portare a serie prese di posizione da parte del nuovo Governo nei confronti della dirigenza della F.S.
Chiaramente non succederà nulla, perchè il problema non è il colore di chi ci guida, ma la testa che non segue mai il buon senso.
Hanno mostrato sempre a Report come sono belli, funzionali e veloci i treni iberici. Viene da piangere solo a vedere il servizio.
Complimenti a Report, perchè se no avremmo pure pensato che noi siamo dei fighi e che i nostri cugini spagnoli sono degli sfigati.
ultima chicca: dentro la stazione centrale di Atocha di Madrid, c'è una serra con bellissime piante. Sembra un giardino esotico, la stazione Termini di Roma è un porcile e un caravanserraglio di derelitti. Questa è la differenza. Che schifo e vergogna!

sabato 26 aprile 2008

UN ULTIMO SFORZO....E ANDIAMO A VOTARE

Fosse la volta buona che vediamo cambiare qualcosa nella nostra amata città. Parlo chiaramente di Roma, dove, tra oggi e domani, si sfideranno Francesco Rutelli e Gianni Alemanno, rispettivamente per il Centro-Sinistra e per il Centro-Destra.

Dopo 15 anni di "cure" della Sinistra, forse, in un'ottica di approccio democratico sarebbe arrivato il momento di provare almeno cosa vuole fare il Centro-Destra. Nelle democrazie moderne si opera in questo modo, nelle dittature nell'altro modo.
Sta a noi cari cittadini romani mostrare che è arrivato il momento di cambiare....O almeno così speriamo.

venerdì 25 aprile 2008

GRILLO NON HA TUTTI I TORTI SUI "GIORNALISTI"

Oggi c'è stato a Torino il secondo "Vaffanculo Day" del comico Beppe Grillo, di fronte a 40 mila persone. Tema della giornata ancora una volta il rapporto con la politica, ma soprattutto le problematiche collegate alla casta dei giornalisti.
Il comico genovese non ha tutti i torti. La professione del giornalista deve essere completamente modificata. Da "professionista" dico che l'attuale ordinamento non tutela assolutamente chi lavora in questo settore. Lo stesso Grillo alla fine ha ammesso che vi sono due livelli: gli editori/giornalisti di grido che fanno il bello e il cattivo tempo di questa categoria e il resto del plotone (più di 80 mila persone -che sbarcano il lunario per lavorare).
Il problema di fondo è che non c'è più un editore puro, sono tutti imprenditori che per diverse ragioni hanno deciso di investire nel giornalismo. Principalmente per poter aderire alla legge sui contributi pubblici per l'editoria. Una "torta" cui tutti attingono, tranno i piccoli editori, che così rimangono fuori dai giochi, quali essi siano.

FRANCESCO IL "MESSIA" RUTELLI...E CHE DIO CI SALVI LUNEDI' SERA DAL CENTRO-SINISTRA

Forse mi sbaglierò, ma questa volta il Centro-Destra può vincere a Roma sul Centro-Sinistra. Non tanto perché Gianni Alemanno sia un fenomeno, anzi direi che è un politico nella "Media", quanto piuttosto per la mancanza di spessore di Francesco Rutelli, candidato-amico di Walter Texas Rangers. La comunicazione di Rutelli è asfittica, è quanto mai "finta" (anche sotto il profilo fotografico) e presenta una immagine da "santo" che non è assolutamente in linea. Da oggi per me è Francesco il "Messia" Rutelli.
Se vince lunedì sera vuol dire che questa città vuole rimanere nella monnezza fino alla fine dei suoi giorni, con l'apertura continua di campi Rom in tutta la Capitale. Speriamo che vinca Alemanno (magari per 51.2% - questa è la mia previsione) alla fine, non perché è un fenomeno, ma perchè con Rutelli Roma rischia di essere distrutta (cosa che non riuscì nemmeno ai barbari).

QUANDO I POLITICI COREANI HANNO PIU' ATTRIBUTI DEI COLLEGHI ITALIANI

Credo che la notizia si commenti da sola. Solo in Italia la gente non si dimette. Vi ricordate la figuraccia di Sircana, portavoce di Romano Prodi (sul caso della macchina ferma e dell'incontro serale per strada con un trans)?

Leggete questa, invece:
Il sessantaseienne Lee Kun-Hee, presidente del gruppo sudcoreano Samsung, ha annunciato le proprie dimissioni dopo essere stato accusato di frode ed evasione fiscale, oltre ad essere stato criticato per aver trasferito i propri poteri al figlio, Lee Jae-Yong. Gli inquirenti ritengono che il manager abbia evaso tasse per circa 113 milioni di dollari e sospettano che siano stati creati fondi neri per corrompere alcune personalità politiche. Prendendosi ogni responsabilità, dal punto di vista morale e legale, Lee Kun-hee si è scusato per aver provocato problemi alla nazione ed ha confermato anche le dimissioni del figlio.

lunedì 21 aprile 2008

IL BRACCIALETTO DI RUTELLI PER LE DONNE ROMANE

Ma io mi domando e dico, ma a Sinistra la sera che fanno per tirar fuori una idea "malsana" come il braccialetto da far indossare alle donne romane per motivi di sicurezza. A proporlo è uno dei nostri candidati sindaci, Francesco Rutelli.
Veramente una grande idea, FIGLIA della disperazione e della pochezza di idee per affrontare seriamente il problema della sicurezza nella capitale.
Fosse solo per questo gli auguro di perdere la gara per la poltrona della capitale, purtroppo temo che vincerà.
Altri cinque anni di degrado ci aspettano.
Stasera sto vedendo l'intervento dell'ex prefetto Serra (un tempo era il prefetto di Roma), passato piacevolmente nelle liste del centro-sinistra come deputato alla sua prima candidatura. Ma comìè che politici, giornalisti e magistrati sono prima senza tessera e un minuto dopo essere stati eletti spuntano gli apparantamenti politici? Certo che a pensare male.....!!!

domenica 20 aprile 2008

ATTENTI SUL BLOG DELLA FIT PARTONO I BOOMERANG

Il web, la multimedialità e l'utilizzo del blog possono certe volte ritorcersi su chi li utilizza.
E' quanto accaduto sul blog della Federtennis.it, gestito dal Dr. Baccini - resp. comunicazione della fit
L'attacco alla "gloria" Adriano Panatta non è piaciuto a tutti.



1 Le cifre riportate nella notizia relativa a Panatta - da me riprese dalle pagine romane del "Corriere della Sera" - erano inesatte. Un controllo sul sito del Comune di Roma mi permette ora di resitituire a Panatta la bellezza di 167 voti di preferenza. Il nuovo totale (598) non consente tuttavia all'ex campione né di migliorare le sua nona posizione nella classifica dei candidati inseriti nella "Lista per Rutelli" né di ridurre il distacco dall'ottavo, il rumeno Rusu (766). Il distacco, anzi, sale da 156 a 168 voti.
Mi scuso con i lettori per l'imprecisione.
di Giancarlo Baccini (Giovedì, 17 Aprile 2008 alle 16:24)

2 Signor Baccini, ma di grazia a cosa serve riporatre quetsa notizia su questos ito se non a screditare Panatta?
di christian (Giovedì, 17 Aprile 2008 alle 21:22)

3 certo che ce l'avete proprio con sto' Panatta
prima l'avete cacciato dalla FIT, adesso glie date addosso
troppo cattivi Baccini
di marco (Giovedì, 17 Aprile 2008 alle 22:56)

4 Panatta, se lo conosci lo eviti
di giggetto (Venerdì, 18 Aprile 2008 alle 07:45)

5 .....della serie : ' ECCHISENEFREGA !!!! '
di JJFLASH (Venerdì, 18 Aprile 2008 alle 13:08)

6 In effetti tutto ciò è molto pertinente con il tennis. Degno poi di essere riportato su un sito federale. Complimenti vivissimi. Caro Baccini, mi consenta (direbbe qualcuno più importante di me), ma nonostante il suo sbracciarsi, il nome di Panatta rimarrà indelebile nella storia del tennis italiano e mondiale. Di lei, mi spiace dirgielo, non rimarrà traccia.
di enzo cherici (Venerdì, 18 Aprile 2008 alle 17:04)

7 Che tristezza.......
Roberto
di robytres (Venerdì, 18 Aprile 2008 alle 21:42)

8 Caro Baccini, è confortante sapere che Panatta è impegnato nell'offshore e non in politica!!!
di patriziof

giovedì 17 aprile 2008

PANATTA NON VINCE NELL'URNA

Panatta Adriano, ex campione della racchetta e assessore allo sport alla Provincia di Roma, non è passato alle ultime elezioni comunali, superato perfino da uno sconosciuto rappresentante della comunità romena.

ecco un post trovato sul Blog della Federtennis....mi troppo da ridere

Adriano Panatta, candidato a far parte del Consiglio Comunale di Roma, è stato bocciato dagli elettori. L'ex-tennista, che figurava nella "Lista Civica per Rutelli", ha racimolato appena 431 preferenze, piazzandosi al nono posto fra i compagni di lista. Meglio di Panatta ha fatto anche il signor Rusu, esponente della comunità rumena (587 voti).

mercoledì 16 aprile 2008

LA RISPOSTA SUL QUESITO "CASTROL"

Mi hanno scritto in molti sulla mia email sulla scommessa legata al pezzo Castrol.
La risposrta giusta è questa:
COLLINA non era casulamente all'Estoril per Castrol, perchè è da pochi mesi un loro testimonial pubblicitario in occasione di Euro2008;
La fonte giornalistica è quella "regina": l'ANSA

WALTER TEXAS RANGERS HA PERSO... MA NON SARA' UN GIOCO GOVERNARE L'ITALIA

Era ora e solo un fesso non l'avrebbe previsto. Hanno creato un nuovo partito (PD) con vecchie idee (quelle dell'ex governo Prodi), con gente che non ha mai lavorato per un solo giorno nella propria vita (vedi Fassino, D'Alema, ecc.), spesso ex dirigenti del Partito Comunista, anche se oggi fa figo presentarsi come esponenti del cosiddetto Centro-Sinistra riformista.

Alla fine la figuraccia è costata 9 punti percentuali tra i due schieramenti. Veltroni era teso come una corda di violino, dopo soprattutto la beffa degli exit polls, che non servono assolutamente a nulla se non a giocare su profili e statistiche. Contenti loro.

Chi leggerà questa mia riflessione penserà: ma Vulpis è un forzista della prima ora...Assolutamente no. Perchè credo che questa volta anche Berlusconi debba dimostrare seriamente quanto vale. Una cosa è certa: siamo sull'orlo del baratro. O ci rialziamo, o con o senza Berlusconi, qui finisce male come Paese, sullo stile dell'Argentina.

Per cui il Premier non sa in quale rogna si è andato a mettere, così come Walter Texas Rangers erroneamente pensava che ce l'avrebbe fatta. Attento Silvio non sarà un gioco da ragazzi, la gente è esasperata e non può più aspettare o credere solo alle promesse.

domenica 13 aprile 2008

QUANDO UNA SPECIFICA FA LA DIFFERENZA!

Leggete questa news e scrivetemi che cosa manca per trasformare questa news in una marketta
E al più bravo dirò anche chi l'ha messa in rete.

Collina: "Per fallo ultimo uomo, rigore e giallo"
ESTORIL - E' eccessiva la doppia penalizzazione attuale prevista per il fallo dell'ultimo uomo. A sostenerlo è Pierluigi Collina. "Si tratta di una doppia e pesante penalizzazione, ritengo che sarebbe più giusta la scelta di assegnare il calcio di rigore e un'ammonizione al giocatore che ha commesso il fallo. Rigore e cartellino giallo sarebbe una punizione più equa". Il designatore degli arbitri italiani ha sostenuto la sua tesi intervenendo alla presentazione del sistema di rilevamento dati che sarà proposto e fornito dalla Castrol, sponsor ufficiale di Uefa Euro 2008.

"Come avviene nel mondo della MotoGp, con Castrol abbiamo pensato di applicare la rilevazione dati al calcio, sport che è cambiato moltissimo negli ultimi venti anni e ora è molto più veloce - ha spiegato Collina - con l'obiettivo di fornire dati e parametri non solo agli allenatori, che potranno valutare le aree del campo dove si gioca di più il pallone, la velocità e gli spazi percorsi da ogni singolo calciatore, ma anche agli appassionati". Il sistema sperimentale, sarà adottato nei prossimi europei. Perché, allora, non applicare le nuove tecnologie per scongiurare il rischio di partite falsate da una valutazione errata dell'arbitro? "Il calcio è governato da un ente che ha deciso - è stata la risposta di Collina - nell'ultimo incontro di Glasgow di congelare l'utilizzo delle nuove tecnologie. S'é parlato di aggiungere due unità al collegio arbitrale, ma di mettere sotto ghiaccio almeno per un paio di anni ancora l'utilizzo di tecnologie, alcune delle quali già sperimentate nel corso di tornei calcistici".
Ho

sabato 12 aprile 2008

COME SONO BRAVI QUANDO CI DEVONO "VESSARE"

In soli due giorni il Viminale ha fatto approvare un decreto (ripeto solo due giorni) per non far introdurre i cellulari durante le elezioni politiche. Per le cazzate in questo Paese siamo velocissimi, per le cose serie a favore della gente (tipo rx negli ospedali a distanza di sette mesi) siete tartarughe. Mi fanno veramente schifo.

venerdì 11 aprile 2008

UN TESSERINO DA GIORNALISTA NON SI RIFIUTA A NESSUNO...

Figuriamoci a una medaglia olimpica. Nello specifico parliamo della Sensin Alessandra, alla sua quinta Olimpiade consecutiva a Pechino 2008.
Leggete questa autocertificazione del mensile FARE VELA....Ipse dixit

Alessandra Sensini "collega" grazie a Fare Vela
Firenze- La campionessa e olimpionica azzurra Alessandra Sensini è pubblicista. Nell'ultima sua riunione a Firenze, l'Ordine dei Giornalisti della Toscana ha iscritto la Sensini nell'elenco dei giornalisti pubblicisti, documentata proprio grazie alla sua collaborazione con Fare Vela che prosegue ormai da diversi anni, con rubriche e commenti su vari temi.

La Sensini, che tra pochi mesi disputerà la sua quinta Olimpiade a caccia della quarta medaglia, ha anche collaborato con l'ex Sailing Channel (ora Yacht & Sail) coprendo gli Act e la XXXII Coppa America a Valencia.


Commento: Veramente ci mancava un altro pubblicista in un mercato del lavoro che, ormai, paga pezzi giornalistici anche 1 euro....Complimenti a tutti e all'ODG Toscana. Ma come a Roma mi dicono che siamo ormai 100 mila e non c'è più posto per nessuno, anzi bisogna passare ai tagli e qui si dà un tesserino solo perchè probabilmente è una medaglia olimpica.
Mi sembra che questa professione è ormai alla "deriva" ...per usare una terminologia amica a Fare Vela

lunedì 7 aprile 2008

MALA TEMPORA CURRUNT....

DA LEGGERE E BASTA...OGNUNO TRAGGA CIO' CHE VUOLE O MEGLIO PREFERISCE

L’intreccio tra Unicredit e il mondo del calcio

Dalla Roma al Frosinone: il campionato di Profumo

del giornalista finanziario - Marco Liguori (tratto da Libero Mercato)

Benvenuti nella "Unicredit league" che conta 10 società di calcio. Attraverso l’esame di bilanci e visure della Camera di Commercio e i prospetti informativi dei club, Liberomercato ha ricostruito i legami diretti e indiretti tra essi e l’istituto guidato dall’amministratore delegato Alessandro Profumo. Essi riguardano l’Italpetroli (esercitante la direzione e il coordinamento sulla Roma), la Lazio, la Juventus, il Verona (vedi box in pagina), il Brescia, il Napoli, la Reggina Service (detentrice del marchio della Reggina Calcio), il Frosinone, l’Udinese e il Genoa.
Italpetroli. Unicredit controlla al 49% il gruppo operante nella distribuzione di prodotti derivati dal greggio facente capo alla famiglia Sensi. L’istituto di credito ha incluso questo pacchetto nel bilancio chiuso al 31 dicembre 2007 nello schema riguardante le «partecipazioni in società controllate in modo congiunto e in società sottoposte a influenza notevole». Stando all’ultimo bilancio consolidato disponibile di Italpetroli al 31 dicembre 2006, sono 381 milioni i debiti complessivi (-91 milioni rispetto al 2005) che gravano sul gruppo, di cui 343,2 milioni verso le banche (-68,7 milioni). Nella nota integrativa si legge che «l’ammontare dei debiti a breve verso la Banca di Roma (ex Capitalia ora appartenente al gruppo Unicredit) è pari a» 268,2 milioni di cui 267,1 milioni «per scoperti di c/c» e 1,1 milioni «relativi alla quota esigibile entro l’esercizio successivo di mutui concessi da detto istituto di credito».
Lazio. l’altra squadra della Capitale ha reso noto nella semestrale di aver sottoscritto il 13 febbraio scorso con Unicredit Banca d’impresa «in qualità di mandatari d’impresa» un accordo riguardante «tutte le posizioni aperte (finanziarie e non) al 31 dicembre 2007» senza interessi. L’importo complessivo è di 6,68 milioni, «con un risparmio di euro 5,18 milioni da pagare in otto rate trimestrali di euro 0,8 milioni ed una di euro 0,42». La controllata Lazio Marketing e Communication, proprietaria dei marchi e del ramo commerciale, garantisce l’operazione tramite «la cessione degli incassi futuri rinvenienti dai contratti con la Puma Italia scadenti rispettivamente al 30 giugno 2008 e 30 giugno 2012».
Juventus. stando al prospetto dell’aumento di capitale della società bianconera del maggio 2007, «Bayerische Hypo und Vereinsbank – succursale di Milano (gruppo Unicredit)» è stata una delle banche garanti dell’operazione. Nel documento si fa riferimento alla «situazione di potenziale conflitto d’interessi» in quanto la banca del gruppo Unicredit è un finanziatore della Juve. Inoltre, il club ha stipulato con un’altra società della galassia creditizia di Alessandro Profumo, la Locat, «un contratto di locazione finanziaria» sul centro sportivo di Vinovo.
Brescia. Nel bilancio al 30 giugno 2007 della società lombarda vi sono evidenziati tre contratti derivati, senza specificare con quale banca fossero stati stipulati. Il 27 febbraio scorso Liberomercato contattò Attilia Ferrari, procuratore speciale delle "rondinelle", la quale spiegò che l’istituto «è Unicredit Banca». Sono stati sottoscritti un "sunrise swap" nel 2003, con scadenza al prossimo 24 giugno, per un importo di 11,5 milioni di euro, e un "knock in forward" nel 2005 per un milione di dollari Usa, con scadenza al 16 giugno prossimo. In questo giorno terminerà il "currency option" per un milione di dollari, firmato dal Brescia nel luglio di tre anni fa.
Napoli. la società presieduta da Aurelio De Laurentiis è controllata al 100% dalla Filmauro. Il 90% di quest’ultima è detenuto da Romafides, fiduciaria del gruppo Unicredit (che secondo la relazione sulla gestione al bilancio 2007 sarà fusa in Cordusio Fiduciaria), che scherma il reale intestatario. Il Napoli ebbe nel 2004 una linea di fido dall’istituto bancario per 32,1 milioni (rimborsata per 25,1 milioni al 2006/07) per l’acquisizione dei marchi e trofei dal vecchio Napoli fallito.
Reggina. Restando in tema di fiduciarie, il 98% della Reggina Service, proprietaria del marchio della Reggina Calcio, è custodito nelle stanze ovattate della Cordusio Fiduciaria: non è dato sapere il nome del proprietario. Nel 2006 la Reggina Calcio ha acquistato 2,6 milioni in obbligazioni Unicredit.
Frosinone. Cordusio Fiduciaria detiene il 33,3% della Bs Servizi, che è una delle due società in cima alla catena di controllo del club ciociaro.
Udinese e Genoa. i friulani, secondo il bilancio 2006/07, hanno un debito di 6,33 milioni con Unicredit Factoring. Invece, stando al documento contabile al 30 giugno scorso di quella genovese, Unicredit Banca d’Impresa ha garantito con fidejussione bancaria la rateizzazione in 4 anni e mezzo di un debito fiscale da 2,12 milioni relativo all’«anno di imposta 2002».

venerdì 28 marzo 2008

L'ALITALIA E LA SINDROME DELLA "SORA CAMILLA"

queste le ultime news su Alitalia

Air France-Klm ha inviato questa notte la proposta di accordo quadro ai sindacati. La bozza, di di 9 pagine, conferma il numero di 2.100 esuberi: 1.500 esuberi per Alitalia, 100 esuberi tra i dipendenti all'estero, e 500 esuberi tra le attività di Az Servizi di cui è prevista la reinternalizzazione: perimetro che viene ampliato per comprendere un numero maggiore di dipendenti.
I piloti in «esubero operativo» sono 420 dai 514 precedentemente previsti. Limato a 594, secondo quanto riferiscono fonti sindacali, anche il numero degli assistenti di volo in esubero, dai 600 precedenti.

È previsto un forte piano di accompagnamento sociale: il gruppo Air France-Klm, viene sottolineato, «ha scelto come linea di condotta di non abbandonare nessun dipendente».

fonte: L'Unità.it

Ma al di là delle belle o brutte parole mi pare che l'Alitalia stia soffredno della sindrome della sora Camilla: tutti la vogliono, ma nessuno se la piglia.

giovedì 27 marzo 2008

ANCHE A SINISTRA TALVOLTA SI "RIDE"

Certe volte l'ironia alberga anche dalle parti del Centro-Sinistra. Foto di aereo dell'Alitalia fermo sulla pista di volo, su Il Riformista, per parlare della trattativa Air France e cordata imprenditori Pro-Berlusconi. Sulla carlinga appare il nome di un nuovo marchio: PierItalia - di fianco la foto di Pier Silvio (che si dice possa far parte di questa cordata).
Voto 8: PierItalia non si batte. Bravi a Il Riformista.

martedì 25 marzo 2008

MA NON E' CHE TUTte queste brutte notizie hanno un senso

Accendi StudioAperto e se ti dice bene si parla di stupri plurimi, passi su Tgcom è peggio che andare di notte, fai zappingi su Emilio Fede ed è un delirio di notizie di "nera". Come è cresciuta vertiginosamente l'interesse delle reti di Berlusconi sul tema della sicurezza, come se si cercasse in modo subliminale (e non si può fare) di creare ancora più "insicurezza" nella testa dei potenziali elettori, soprattutto quelli indecisi.
E invece noi di "marcel vulpis e dintorni" li abbiamo tanati. Mi si dia almeno il merito che non essendo di sinistra questa "bloggata" vale doppio.
Comunque complimenti a Berlusconi perché a ogni elezione sa toccare il tasto giusto del cuore degli italioti. Questa volta è la sicurezza, la paura (e non ha tutti i torti) di avere il romeno da bidonville alla porta di casa con un'ascia in mano.
Sarà subliminale, però ci azzecca.
Come dargli torto. Peccato che lo faccia, ripeto, in modo subliminale. Se lo dicesse apertamente la gente scenderebbe in piazza per acclamarlo. Al contrario siccome anche Berlusca un pò teme Walter non vuole passare per razzista e quindi via al progetto di "pisicologia di quart'ordine in salsa mediatica". Il tutto targato reti del Biscione.

GIORNALISTI: UNA GENERAZIONE "COPIA E INCOLLA"

Scrivere trenta righe per 70 caratteri è la base del lavoro di giornalista, ma ormai si sa è più figo fare gli opinionisti per la radio o la tv locale di turno. Scrivere, quindi, è diventato un lavoro "duro", troppo forse per molti nostri colleghi.
Pubblico lo sfogo del giornalista (lui sì 30 righe in croce le sa scrivere e come) Marco liguori, che conosco da un pò di tempo e che si sbatte per mettere (come tutti i free-lance) il pranzo con la cena.
Il suo j'accuse è indicativo id un malessere della categoria ed è giusto rimarcarlo su questo blog.

da "Il Pallone in Confusione"
martedì 25 marzo 2008
Per copia conforme

Ovvero come appropriarsi del lavoro altrui e vivere felici...

Domenica 23 marzo ho letto sulla rassegna stampa del Comune di Torino http://rassegnastampa.comune.torino.it/orazionet/main.aspx?CodCli=2&cliente=COMUNE%20TORINO&CodiceLogin=2
un articolo, siglato M. S., del quotidiano Tuttosport intitolato "La Juve tratta per evitare una disputa-stadio al Tar". E' una copia evidente del mio articolo pubblicato il giorno prima "Lo stadio della Juventus rischia lo stop del Tar". In esso sono riportate a firma dell'articolista una serie di dichiarazioni rilasciate in esclusiva a me e al mio quotidiano Liberomercato dal sindaco di Venaria Reale, Nicola Pollari, a proposito del tentativo di accordo tra la sua amministrazione e la Juventus. Addirittura c'è l'indicazione della distanza tra il centro commerciale dello stadio delle Alpi e quello di Venaria (90 metri) che avevo scritto nel mio pezzo. Un vero esempio di "giornalismo" che non ha avuto neanche il coraggio di firmare per esteso: complimenti!!! Non si capisce cosa costava citare Liberomercato: forse avevano timore che citare costa...
Questo fenomeno degli "amanuensi" è una piaga che si sta ripetendo troppo spesso: l'Ordine di giornalisti dovrebbe debellarla definitivamente. Come si può leggere in questo blog alla voce "avviso a quelli che copiano i miei articoli senza citare", già nello scorso ottobre un mio articolo sugli orologi di Moggi fu copiato da diversi quotidiani come "Il Sole 24 Ore", La Stampa" e la "Gazzetta dello Sport". Episodio censurato dal mio direttore Oscar Giannino.
In attesa di eventuali decisioni in merito da parte dell'editore di Liberomercato, pubblico in questo post l'articolo di Tuttosport e il mio in modo da chiarire meglio ai lettori cosa voglia dire copiare il lavoro altrui.

Tuttosport 23 marzo 2008
Il club vende la sua quota di Semana
La Juve tratta per evitare una disputa-stadio al Tar
TORINO Prima di avviare la costruzione del nuovo Delle Alpi la Juventus spera di risolvere i contenziosi amministrativi che gravano sull'area attorno all'impianto. E' di qualche anno fa, infati, il ricorso del Comune di Venaria, centro limitrofo a Torino e confinante con lo stadio, per impedire l'attivazione dei due centri commerciali che dovrebbero sorgere nell'area della Continassa, a 90 metri da un altro ipermercato situato nel territorio di Venaria. Lo stesso comune ha poi impugnato l'approvazione della variente al Pec (Piano esecutivo convenzionato) legata al Delle Alpi. Entrambe le controversie sono state trasferite al Tar. In attesa del pronunciamento del Tribunale Amministrativo, i cui tempi sono decisamente lunghi, la Juventus sta cercando di trovare un accordo con il Comune di Venaria. Il club di Corso Galileo Ferraris sarebbe disposto a accollarsi i costi indotti, come quelli della raccolta rifiuti, pagandoli di fatto sia al Comune di Torino sia a quello di Venaria.
DISMISSIONE Dopo aver ceduto a ottobre la Campi di Vinovo, il 4 marzo il club bianconero ha perfezionato la vendita della sua quota (il 30 per cento del capitale sociale) della Semana, società i gestione e manutenzione di impianti e immobili, quali lo Stadio delle Alpi, l'Olimpico, il centro sportivo di Vinovo, il Golf Club del paro La Mandria (di cui è presidente Allegra Agnelli, vedova di Umberto). La Juventus ha incassato 100mila euro, con una plusvalenza di 70mila, dalla Ese, già detentrice del 70 per cento della Semana, e in mano alle due fiduciarie (Nomenfid e Simonfid) della famiglia Grande Stevens. Con queste dismissioni la Juventus non ha più compartecipazioni in altre società: la volontà del club è quella di concentrarsi solo sull'aspetto sportivo e sullo stadio.


Liberomercato 22 marzo 2008

Ostacoli al piano bianconero

Lo stadio della Juventus
rischia lo stop del Tar

Ricorso del comune di Venaria Reale contro l’impianto:
non si può realizzare, a 90 metri c’è un centro commerciale

Marco Liguori
Lo Stadio delle Alpi torna sotto i riflettori. Nell’ultima semestrale della Juventus si legge infatti che la società ha venduto il 4 marzo scorso per 100mila euro (con plusvalenza di 70mila) la propria quota del 30% nella Semana, società di “guardiania e conservazione” dell’impianto torinese, alla Ese, già detentrice del 70%. Inoltre, il progetto dello Stadio delle Alpi da 105 milioni annunciato martedì scorso dalla Juventus (su cui ha il diritto di superficie) è a rischio. Secondo quanto ricostruito da Liberomercato è tuttora pendente un contenzioso amministrativo presso il Tar Piemonte iniziato nel maggio del 2006 dal Comune di Venaria Reale, il cui confine territoriale è prospiciente all’impianto sito nella periferia a nord di Torino. Stando al prospetto dell’aumento di capitale del maggio 2007 della società bianconera quotata a Piazza Affari, la città della celebre reggia ha promosso un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica contro la Juve, la Regione Piemonte (che stando alla voce “sponsor” del sito internet del club della Famiglia Agnelli è un suo “official supplier”), la Provincia e il Comune di Torino (“commercial partner” della Juve) “per ottenere l’annullamento, previa sospensione, dei provvedimenti del 22 dicembre 2005 con i quali la conferenza dei servizi aveva accolto la richiesta di autorizzazione per l’attivazione di un centro commerciale classico e di un centro commerciale sequenziale e delle relative autorizzazioni commerciali rilasciate dal Comune di Torino”. Il Comune di Venaria, guidato dal centrosinistra, ha anche promosso un secondo ricorso con cui “ha impugnato – si legge sempre nel prospetto – con istanza di sospensione, la deliberazione n.132 dell’11 aprile 2006 di approvazione della variante al piano esecutivo convenzionato relativo a “Ambito 4.23 Stadio Delle Alpi”. La Juventus si è opposta e ha ottenuto il trasferimento di entrambi al Tar.
Il tutto nasce principalmente dal fatto che ad appena 90 metri dallo stadio, nel territorio venariese, c’è un centro commerciale. “Nel momento in cui verranno accolte le nostre richieste – ha spiegato a Liberomercato il sindaco di Venaria Reale, Nicola Pollari – l’amministrazione comunale ritirerà il ricorso pendente”. Da alcuni mesi è in corso una trattativa tra il Comune di Venaria, la società bianconera e gli altri enti per dirimere la questione. “La Juventus propone di coprire i costi indotti – prosegue il sindaco – che ora cadono sulla comunità venariese come quelli della raccolta rifiuti e della pulizia strade, pagando di fatto la tariffa igiene ambientale per Venaria e Torino”. Con il comune del sindaco Sergio Chiamparino “abbiamo cercato di realizzare un testo di accordo che risolva le problematiche edilizie, urbanistiche, ambientali, di viabilità e di trasporto pubblico” spiega Pollari.
Tornando alla Semana, gli azionisti della sua controllante Ese si trincerano dietro Nomenfid e Simonfid, le due fiduciarie della famiglia Grande Stevens. Secondo la semestrale bianconera, Semana ha anche la “conduzione dello Stadio Olimpico di Torino” (di proprietà comunale) dove gioca la Juve con il Torino, la gestione del centro allenamento di Vinovo e del Golf Royal Park parco La Mandria. Secondo l’ultima visura della Camera di Commercio, presidente di quest’ultimo è Allegra Caracciolo di Castagneto, moglie del defunto Umberto Agnelli, mentre il figlio Andrea Agnelli è consigliere delegato: ne è consigliere Romy Gai, ex direttore marketing juventino. Chi sono gli azionisti di questa srl senza scopo di lucro con interessi immobiliari? Non è dato conoscerli: si celano dietro la fiduciaria torinese Crf, proprietaria del 99,99%.

lunedì 24 marzo 2008

QUANDO LE PAROLE SONO IL SENSO DEL NULLA...

L'imbarazzo è forte se si pensa a quanto sta accadendo in Tibet nelle ultime ore. Contattato dai media internazionali Jacques Rogge (presidente del CIO) è intervenuto così:

La violenta repressione delle proteste ha indotto diversi sportivi e attivisti per i diritti umani a chiedere il boicottaggio delle Olimpiadi, nelle quali invece il presidente del Comitato olimpico internazionale (Cio) Jacques Rogge vede un'opportunità di "cambiamento" per la Cina. "Pensiamo che aprendo la Cina allo sguardo del mondo attraverso i 2.500 rappresentanti dei media che assisteranno alla manifestazione olimpica, il paese cambierà", ha dichiarato Rogge.

Meglio star zitti...veramente alcune volte.

CORDATA BERLUSCONI SU ALITALIA: BLUFF O VERITA'

In attesa di capirne di più tra il centro-sinistra che attacca Berlusconi, affiancata dall'ex alleato Casini (che ormai parla apertamente di Bluff) adesso arriva l'appoggio morale della Lega, che, alla fine della fiera, si presenta come il vero e unico alleato del "Cavaliere".
Di seguito il take dell'AGI sull'intervento di Maroni (LegaNord)
La Lega Nord guarda con molto interesse all'iniziativa di Silvio Berlusconi su Alitalia.
Roberto Maroni, dai microfoni di radio Padania, dice che il suo movimento politico guarda con "attenzione all'iniziativa di Berlusconi, molto forte, molto concreta. Siamo certi che se questa cordata ci sara', terra' in giusto conto le sorti di Malpensa, a differenza di quanto ha fatto Air France".
Secondo Maroni la societa' francese ha solo "l'interesse a chiudere Malpensa per chiudere un concorrente rispetto a Parigi. Questi due scali sono troppo vicini, troppo simili. So che l'iniziativa di Berlusconi ha fra i suoi obiettivi non solo l'acquisto di Alitalia ma, per noi soprattutto, il rilancio e la salvaguardia di Malpensa".

PERCHE' L'ITALIA E' IN FORTE DECLINO...

Interessante disamina sui mali del nostro Paese. Da leggere. Individuate sul portale giornalistico "L'Occidentale", che tra l'altro fra pochi gironi fa un anno di vita.

fonte: www.loccidentale.it

Dieci motivi per cui l'Italia cresce troppo poco
di Francesco Forte
Io qui presento il decalogo degli handicap che bisogna affrontare per far crescere la nostra economia. Mi pare che sia il vero test per valutare i programmi elettorali attuali dei due maggiori schieramenti e quello della rosa bianca. Per valutare le “promesse” su cui i leader insistono nella presentazione di tali programmi, di fatto individuandone le priorità. Esso è anche il test per valutare l’attitudine a generare crescita dei governi dei partiti di questi leader, quando furono al governo e quindi la credibilità delle promesse . Il test, infine, è essenziale per valutare la attitudine dei compagni di strada dei due schieramenti a generare crescita.

I dati della nostra economia in confronto a quelle vicine di Francia e Spagna giustificano la necessità di porre in prima linea il problema della ripresa della crescita del nostro Pil e quindi dell’esame degli handicap ad essa, in relazione alla politica economica italiana. Nel 2006, l’Italia ebbe un aumento del Pil (prodotto interno lordo) dello 1,8%, la Francia del 2 e la Spagna del 3,9. Nel 2007, l’aumento del nostro Pil è di 1,5, quella della Francia a di 1,9 e della Spagna di 3,8. Per il 2008, per l’Italia si prevede lo 0,6 , per la Francia 1,7 e per la Spagna 2,7. Nel decennio 1991-2001 l’Italia ha avuto una crescita del Pil del 1,6%, la Francia del 2, la Spagna del 2,8, la Germania del 2,1 e la media dell’Europa dei 15 è stata del 2,2. Dal 2001 al 2006 l’Italia ha avuto una crescita dello 0,9 contro lo 1,6 della Francia, il 3,3 della Spagna e lo 1 della Germania e la media dello 1,8 dell’Europa dei 15.

Eppure la nostra industria si è ristrutturata e va bene nell’export. Qui il declino relativo rispetto al resto di Europa non c’è. Il nostro export è il 3,1 di quello mondiale, quello spagnolo dello 1,7, quello della Francia il 4,1 e quello della Gran Bretagna che fruisce dell’area della sterlina di poco superiore al nostro, il 3,8%. Solo la Germania con lo 8,6 ci batte. E’ vero che rispetto al 1991 siamo regrediti di 1,4 punti. Ma questo dipende dal fatto che nel frattempo sono comparsi sul commercio mondiale i giganti asiatici e l’ex Urss. Rispetto al 1991 la Germania e la Francia hanno perso 2,1 punti, la Gran Bretagna 1,5 punti. L’Italia ha una produzione industriale manifatturiera maggiore della Francia: 317 miliardi di euro contro 276 (dati 2005). La spagnola è solo di 180. Ma l’Italia non cresce a causa di ostacoli collegati alla politica economica sbagliata, in gran parte inventata dalla sinistra degli anni 70 e dai post comunisti successivi , di cui per altro il parlamento non si è curato, anche quando la maggioranza è stata degli altri.

Riassumo in un decalogo le ragioni per cui l’Italia non cresce.
Il primo handicap è che sono state bloccate le “grandi opere”, in primis la Tav, e il Ponte sullo Stretto grande volano di ordinativi industriali.
Il secondo handicap sta nelle procedure bizantine dell’ambiente e nel monopolio burocratico dell’Anas che bloccano i lavori pubblici. La valutazione di impatto ambientale impiega dai mille ai mille cinquecento giorni dall’inizio della procedura alla firma del Ministro. La legge obbiettivo che doveva semplificare ciò è stata fermata. Mentre l’economia italiana non può contare sul traino dei lavori pubblici, i costi delle attività produttive sono aggravati dalla carenza di infrastrutture . Ciò si ripercuote sul turismo italiano, handicappato rispetto allo spagnolo e al francese. La mancanza di infrastrutture riduce la domanda e peggiora i servizi turistici. A ciò s’aggiunge la carenza di sicurezza e ora l’immagine della spazzatura napoletana.

Quarto handicap, l’ostilità a termovalorizzatori, gassificatori, centrali a carbone pulito, nucleare sicuro, cioè ad una politica energetica meno ridicola del programma basato sulle energie del sole e del vento sovvenzionate a carico dell’industria elettrica e del contribuente. L’Italia, paese manifatturiero per eccellenza, ha un costo differenziale d’energia. Un quinto handicap è costituito dalla marea di regolamentazioni delle imprese, che s’accresce di continuo e dalle disfunzioni della giustizia .Ci vogliono 284 giorni per la licenza per costruire un capannone. E 1210 per le controversie legali su un contratto. Il sesto handicap è che in Italia non si può fare nulla senza il consenso dei sindacati federali. La inadeguata produttività dipende dal fatto che i salari sono contrattati a livello nazionale, non periferico e non sono commisurati al rendimento dei singoli. E al lavoro flessibile si sono posti crescenti ostacoli, compreso un onere contributivo sempre più elevato,che induce molte imprese a tornare al sommerso.

Il settimo handicap riguarda il settimo comandamento,“non rubare”, e s’applica,in senso traslato, alla burocrazia pubblica e alla sua casta. I dipendenti pubblici sono 3 milioni e 540 mila. Dal 2000 al 2005 hanno avuto un aumento di retribuzioni del 23%, contro l’aumento del 13% dei privati. I dirigenti generali pubblici hanno avuto aumenti di stipendi del 53%, i dirigenti del 28 e i funzionari del 16%. Il vertice burocratico si aumenta gli stipendi, mentre l’assenteismo di statali, parastatali ed addetti d’agenzie pubbliche è il 15%; ed arriva al13% per i comuni le Asl. A ciò si collega l’ottavo handicap: la pressione fiscale passata dal 40,6 % del 2005 al 43,2% attuale,che frena la crescita. Un nono handicap: le imposte gravano troppo sui proventi e i costi delle imprese e sugli scambi di ricchezza. Sui proventi delle imprese l’onere, inclusa Irap, è il 40%. I tributi di registro sono il 10%. Così il patrimonio immobiliare è mal gestito, perché il mercato non funziona. Fra contributi sociali ed Irap gli oneri sulle retribuzioni lorde pagate dalle imprese supera il 45%. Il decimo handicap è il costo elevato e il rendimento scadentissimo dei legislatori, che, come sostiene il professor Massimo Ferrara in un breve scritto su “Il fisco”, aumenta l’evasione fiscale e quindi riduce la possibilità di diminuire il peso fiscale su chi paga.

E ADESSO INIZIERA' LA GAZZARRA

Tempi duri per gli sponsor del Cio a leggere questa mattina le agenzie di informazione giornalistica.
All'apertura del viaggio della torcia olimpica in Grecia ci sono state le prime manifestazioni di protesta contro la Cina e la sua politica oppressiva nei confronti del Tibet, che sta graudalmente sparendo.

Leggete anche questa news di www.sporteconomy.it

Parte male il viaggio della torcia olimpica di Pechino 2008. Secondo quanto riporta l'agenzia internazionale Reuters, la torcia olimpica è stata accesa stamattina nel corso di una solenne cerimonia nell'antica Olimpia, in Grecia. Il tutto è stato intervallato dalle proteste di manifestanti (al centro il problema dei rapporti tra Cina e Tibet).

Ora la torcia viaggerà per oltre quattro mesi fino a giungere a Pechino, dove l'8 agosto si apriranno le Olimipiadi 2008.

Nel sito archeologico dell'antica Olimpia l'attrice Maria Nafpliotou, nei panni della sacerdotessa, ha acceso la torcia grazie ai raggi di sole usciti per pochi minuti da un cielo nuvoloso e riflessi in uno specchio concavo.

In precedenza una coppia di dimostranti non identificati con un bandiera aveva tentato di interrompere il discorso del capo dell'organizzazione delle Olimpiadi di Pechino, Liu Qi.

Adesso bisognerà capire quale sarà la posizione di Samsung e Coca-Cola, presenting partner del viaggio della torcia olimpica nel mondo. Problemi, più sul tema della globalizzazione, c'erano stati anche in occasione del viaggio del simbolo delle Olimpiadi per Torino 2006 (ultima edizione dei Giochi invernali).

domenica 23 marzo 2008

IL CALCIO RIPARTE DA "SPONSORNET" (3-5 luglio/Napoli)

Si svolgerà a Napoli dal 3 al 5 luglio prossimi, la prima edizione di SponsorNet, business marketing forum dedicato al mondo del calcio e non solo...Ad organizzarla ci penserà la Jo.Ve MediaEvents (con sede a Napoli), che vuole creare un primo momento d'incontro tra operatori del settore, partendo dai direttori marketing & sponsorship della serie "A", fino ad arrivare alle cosiddette serie minori (B, C1 e C2). Saranno tre giorni di lavori incentrati su: marketing/sponsorship; ricavi da stadio, rapporti club-fan base e merchandising.
Nei prossimi giorni saranno anche comunicati i titoli degli incontri specialistici della 1a edizione di SPONSORNET (www.sponsornet.it). Previsti oltre 300 addetti ai lavori da tutta Italia.
"Dopo i fasti di ExpoGol c'era bisogno nuovamente di un momento di incontro per chi investe e lavora nel mondo del calcio, con particolare attenzione al settore dello sports-marketing", ha spiegato Mimmo Mazzella - direttore responsabile del progetto SPONSORNET. "Questa manifestazione riparte da quella tipologia di format, ma con l'obiettivo di creare una vera e propria community, che ogni anno si incontrerà al Sud per fare un punto della situazione del mercato del marketing calcistico".

ALITALIA, UN'AZIENDA FALLITA

Ancora si parla di "salvataggio" dell'Alitalia, una compagnia di bandiera su cui hanno mangiato tutti, nessuno escluso.
Adesso la sinistra spinge su Air france, La destra su una fantomatica cordata italiana (sempre di salvataggio).
Ma non vi siete accorti tutti che Alitalia è tecnicamente fallita da tempo. Un vettore aereo che arriva a far pagare anche più di 400 euro per la tratta Milano-Roma, come la chiamereste?
Decotta o fallita. Secondo me Berlusconi su questa puttanata dell'Alitalia ci perderà qualche punto percentuale. Ha detto che vuole fare il salvatore della patria e adesso lo deve fare, però, se no si sputtana lui.

venerdì 14 marzo 2008

PER CHI VOLESSE SEGUIRE IN ANTEPRIMA LE POLTICHE2008

ANTEPRIMA POLITICHE 2008 SU SHERPATV
 
Chi, fra Berlusconi, Veltroni e gli altri candidati premier, nelle ultime 24 ore ha saputo essere più convincente e più credibile? Quali sono stati i temi che hanno caratterizzato la giornata elettorale e quali sono quelli che vi interesserebbero di più? C’è qualcosa che vi ha fatto cambiare idea? Che voto dareste agli aspiranti premier per quello che hanno detto e fatto ieri? Chi vincerà le elezioni? A queste domande un campione di almeno 300 persone, rappresentativo dell’universo elettorale di riferimento, risponde quotidianamente per un sondaggio realizzato da Gpf e che SherpaTv  metterà on line ogni mattina sino alla fine di marzo.
I risultati del sondaggio quotidiano “Anteprima Politiche 2008” caratterizzano l’Agenda Elettorale curata da SherpaTv per tutta la durata della campagna.
 
Cliccando su Speciale Elezioni nella home page di www.sherpatv.it vi ritroverete sul monitor la più completa rassegna di tutti gli appuntamenti elettorali del giorno e della settimana. Costantemente aggiornata, l’Agenda Elettorale di SherpaTv è lo strumento più affidabile per chi vuole seguire le iniziative e gli spostamenti degli aspiranti premier e di tutti i principali candidati e leader politici. E a fine settimana, ogni settimana, sarà pubblicato il “sondaggio dei sondaggi”, e cioè una rassegna comparata delle rilevazioni di tutti i principali istituti di ricerca italiani.

martedì 11 marzo 2008

SIAMO ALLA BURLA VERA...MAGARI FOSSIMO L'ARGENTINA ALMENO LA CARNE SAREBBE BUONA.

Il ministero dell'Interno, esaminati i 177 contrassegni depositati per le elezioni politiche del 13 e 14 aprile, ne ha ammessi 147. In 21 casi il ministero ha invitato i depositanti, in base alla normativa
vigente, alla sostituzione del contrassegno entro 48 ore dalla notifica. I nove restanti contrassegni sono stati dichiarati senza effetto per carenza di documentazione.

LA NOTIZIA, CREDO, SI COMMENTI DA SOLA.

DIVENTEREMO UN POPOLO DI MANGIATORI DI ALI DI POLLO

Non è il maiale o la bistecca oggi, o l'hamburger, il cibo preferito dalle famiglie italiane numerose.
Come fa una famiglia con tanti figli a sfamarli senza spendere cifre folli? Me l'ha spiegato oggi il mio macellaio di fiducia (Stefano, che saluto!): compri 2/3 kg di ali di pollo e tiri a campare. Spendi tra i 2 e i 3 euro, però non muori di fame.
Mia domanda: Stefano, lo fanno in tanti adesso?
risposta: Sì, purtroppo.
Siamo alla fine della corsa cari lettori di questo "umile" blog.
Questo fatto mi ha fatto ricordare il film con Manfredi che lavorava in Svizzera nel pollaio e vedeva dall'esterno questi svizzeri giovani, belli e si tinge i capelli con il colore.
Faremo questa fine: speriamo di no!

domenica 9 marzo 2008

PENSATE SEMPRE CHE SIAMO DEI FESSI...CARI VELTRONI & COMPANY

DA POLITICAMENTECORRETTO.COM abbiamo ripreso il manifesto del programma politico del PD per le prossime elezioni politiche e amministrative. E' un lenzuolo di tante belle cose, ma il dubbio sorge ancora una volta:
Ma veramente credete che siamo tutti così cretini? Per realizzare tutte queste cose non bastano 100 governi diversi in 100 anni.
Siete patetici.

IL PROGRAMMA DEL "PARTITO DEMOCRATICO"


Riportiamo il testo del programma di governo del Partito democratico, presentato a Roma il 25 febbraio dal segretario del Pd, Walter Veltroni, assieme ad Enrico Morando.


L'ITALIA NEL MONDO CHE CAMBIA
grandi cambiamenti demografici, migratori, tecnologici, economici, energetici, climatici e strategici, che hanno segnato il passaggio di secolo, hanno mutato in pochi anni il volto del pianeta.
La globalizzazione mostra tutta la sua ambivalenza: migliorano le condizioni di vita e di reddito di milioni di uomini, che per la prima volta hanno accesso allo sviluppo, ma le disuguaglianze tendono ad accentuarsi, mentre le turbolenze dei mercati finanziari ripropongono rischi di recessione e sollecitano una nuova regolazione. Il recente protagonismo della Russia, il riemergere della Cina, l’affacciarsi dell’India e di nuovi Paesi leader continentali stanno disegnando un mondo inevitabilmente multipolare e assai meno eurocentrico. Le minacce alla sicurezza internazionale sono cresciute, assumendo le forme nuove e più insidiose del conflitto etnico e religioso.
In un contesto in rapida evoluzione e contraddistinto da elevata instabilità, l'Italia deve ribadire la scelta di un metodo multilaterale e di una presenza attiva negli organismi internazionali. In questo quadro, l'Italia deve poter disporre di uno strumento militare che le consenta, in coerenza con il mandato fissato nell'articolo 11 della Costituzione, di assicurare un'adeguata difesa del territorio nazionale; di svolgere da protagonista il ruolo che le compete nelle alleanze internazionali; di condividere le responsabilità nel governo delle crisi e per la difesa della pace e della stabilità internazionale. La lotta al terrorismo resta un'esigenza essenziale, da affrontare tramite le missioni internazionali di cui siamo parte e attraverso i nuovi strumenti europei di cooperazione fra polizie e servizi di intelligence. L’Italia deve confermare il suo impegno nella missione in Afghanistan, decisiva per vincere la guerra al terrorismo jihadista e nella riflessione strategica sul Medio Oriente e sulle crisi dell’area, tragicamente aggravate dall'errore compiuto dall'Amministrazione Bush con la guerra in Irak. Contemporaneamente, deve affermare la necessità di un'iniziativa che fermi la corsa al riarmo convenzionale e nucleare che segna questo tempo. Lavoreremo perciò ad un Mediterraneo e ad un Medio Oriente de-nuclearizzato e parteciperemo agli sforzi internazionali per fermare il rischio nucleare iraniano e per assicurare la sicurezza ai Paesi dell’area.
Il PD lavora per rilanciare il processo di integrazione politica dell’Europa e crede nell’Europa massima possibile, non in quella minima indispensabile, nell’Europa come risposta a chi crede che la globalizzazione sia ingovernabile. Dopo una sollecita ratifica del trattato di Lisbona, le nostre priorità saranno una solida politica di sicurezza comune, una politica dell’energia coerente con la strategia del 20/20/20 e con una rappresentanza unitaria sui mercati esterni, una politica della ricerca e delle reti europee da finanziarsi anche mediante l’emissione di euro-bond. Ci adopereremo per una cooperazione rafforzata in materia di immigrazione e per un potenziamento delle politiche economiche comuni promosse dall’Eurogruppo.
Per il PD, il Mediterraneo deve essere la porta sud dell’intera Unione Europea e non di una sua parte. Il Mediterraneo ha oggi le caratteristiche per diventare l’hub politico ed economico mondiale di questo secolo che collega Europa e Nord Africa, Caspio e area del Golfo, a sua volta porta per l’Asia, un hub per le merci e per l’energia ma anche per le migrazioni e il dialogo religioso. E’ il bacino in cui il nostro Paese ha un naturale interesse strategico e la sua stabilizzazione e valorizzazione deve essere la dote peculiare che porteremo all’intero continente e al mondo. L’Italia è forte e sicura quando esiste un circuito “euro-mediterraneo” di cui siamo parte e perno.
Il PD è per il rafforzamento dell’amicizia e della collaborazione nazionale e europea con gli Stati Uniti. Siamo favorevoli alla proposta di costruire uno spazio comune transatlantico in campo economico oltre che politico, che rafforzi il nucleo di base per il governo della globalizzazione e della liberalizzazione e diminuisca il rischio di crescenti protezionismi. Europa e USA assieme rendono tutto più facile e possibile. La partnership atlantica è la base migliore per un nuovo dialogo con il mondo arabo e islamico, per il governo delle crisi, per la piena integrazione dei Balcani occidentali nel sistema europeo e per un approccio positivo nei confronti delle nuove potenze emergenti e dei rischi della proliferazione nucleare e del riarmo.
Il PD opera per il multilateralismo efficace, per il rafforzamento delle istituzioni internazionali e per la loro riforma. Dopo il successo all’Onu sulla moratoria delle esecuzioni capitali, l’Italia continua a promuovere l’affermazione e il rispetto della legalità internazionale tramite la Corte di Giustizia e il Tribunale Penale Internazionale e si batte contro ogni forma di discriminazione e violenza nei confronti delle donne e per la tutela dei diritti umani, anche mediante gli accordi condizionati di cooperazione allo sviluppo. Il PD fa propri gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio dell'ONU come chiave ineludibile per promuovere pace, democrazia e sviluppo nel continente africano e si impegna per una sollecita approvazione della legge di riforma della cooperazione.
Il PD ritiene che sia prioritario fermare la corsa al riarmo e alla proliferazione nucleare, anche seguendo la strada maestra di un rafforzamento del regime internazionale di controllo degli armamenti e elaborando nuove misure di fiducia e di disarmo su base regionale.
L’Italia intende far proprio, nel quadro di una governance europea e mondiale, il tema centrale del “riscaldamento globale”, problema inedito e motore nuovo di un cambiamento tecnologico, economico e sociale, che inciderà sulla definizione dei futuri assetti del pianeta.
Il PD si prefigge l’obiettivo di far convergere su queste scelte le principali forze politiche del Paese, per approdare finalmente ad una idea condivisa di interesse nazionale italiano nelle scelte internazionali.
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1 - PER LO SVILUPPO DI QUALITA'
L'Italia punta alla riconquista di una posizione di primato nello sviluppo di qualità: più mobilità sociale, più spazio al merito e ai talenti, e meno chiusure corporative; più legalità e meno furbizia; più ricerca, scienza, innovazione tecnologica e meno divisioni e steccati ideologici; più fiducia nel futuro e in se stessi, meno paura del nuovo; più potere di decisione alla democrazia e meno poteri di veto.
Esistono le risorse su cui far leva.
In Italia, due-tremila imprese di media dimensione (ciascuna delle quali è al centro di una costellazione di decine, talvolta centinaia di imprese più piccole) si sono ristrutturate, hanno tirato la cinghia, hanno sofferto, hanno innovato prodotti e processi, si sono internazionalizzate; e ora si sono riproposte da leader nell'economia globale. E’ merito loro se nel 2007 le nostre esportazioni, in valore, sono tornate finalmente a crescere. Quando si dice "imprese", si dice lavoratori e imprenditori, insieme.
In Italia ci sono centinaia di migliaia di giovani e meno giovani che fanno volontariato, per aiutare chi soffre.
In Italia, migliaia di giovani calabresi hanno sfidato la mafia: "ora uccideteci tutti". E sono italiani quegli imprenditori - industriali, commercianti, artigiani - che in Sicilia rifiutano di pagare il pizzo ed espellono dalle loro associazioni chi continua a pagarlo.
In Italia ci sono stati recentemente tre milioni e mezzo di cittadini che si sono messi in fila per far nascere il PD.
Le potenzialità dunque ci sono, e sono grandi, dal Nord dell'eccellenza produttiva al Sud "naturale" piattaforma logistica nel Mediterraneo. Ma, senza un progetto, sono destinate a rimanere tali.


2 - I QUATTRO PROBLEMI DEL PAESE
Lo sviluppo di qualità - l'Italia è la qualità, ciò che non potrà mai essere delocalizzato o clonato - si può conseguire solo se la politica si mostra consapevole e si fa compiutamente carico della gravità dei problemi del Paese.
Un problema di efficienza economica, innanzitutto: le migliori analisi comparative mostrano che è in primo luogo il deficit di legalità, di innovazione e di ricerca a tenere basso il ritmo della crescita.
Un problema di disuguaglianza, pari opportunità e immobilità sociale: si è bloccato l'ascensore sociale che consente ai giovani e alle giovani donne più impegnate, intelligenti e preparate di salire quanto vorrebbero e meriterebbero.
Un problema di libertà, intesa come la possibilità per ciascuno di perseguire il proprio disegno di vita, compatibilmente con l'eguale diritto altrui.
Infine, un problema di efficienza, credibilità - in una parola di qualità - della democrazia e del sistema politico-istituzionale.
I Governi di centro-sinistra che hanno guidato l'Italia tra il '96 e il 2001 e tra il 2006 e il 2008, hanno creato - prima con la stabilizzazione economico-finanziaria (Euro) e poi con il successo nella lotta all'evasione fiscale e l'avvio di un migliore controllo della spesa pubblica - le condizioni per il pieno dispiegarsi di una strategia riformatrice che affronti questi quattro problemi strutturali.

2a - L'Efficienza economica e la qualità dello sviluppo
Il progetto del PD deve assumere l'aumento della ricchezza nazionale come obiettivo principale. Non è un obiettivo confinato nella sfera economica: l'aumento della produttività (del lavoro e dei fattori) è frutto di una strategia a 360 gradi, abbraccia la cultura, la qualità dell'ambiente e l'educazione tanto quanto la riforma della Pubblica Amministrazione. E, senza crescita, non c'è politica redistributiva che tenga.

2b - La disuguaglianza
Il progetto del PD deve cambiare profondamente qualità e quantità dell'intervento pubblico, per renderlo capace di aiutare davvero i più poveri ad uscire con le loro gambe dalla situazione di disagio in cui si trovano; deve favorire il rapido innalzamento della partecipazione dei giovani e delle donne - specie nel Sud - alle forze di lavoro e deve chiamare di più il mercato a risolvere problemi sociali e ambientali.

2c - Le libertà
La regolamentazione pubblica definisce lo spazio in cui tutte le libertà, anche quelle private, sono rese possibili ed effettive. Anche per questo, però, essa è chiamata a giustificare il perché di divieti, ostacoli, strettoie che si frappongono fra la libertà individuale e l'effettivo perseguimento del progetto di vita di ciascuno. Quali di queste giustificazioni siano accettabili è questione che investe la politica, le scelte collettive. Ma è giusto rimuovere quei vincoli - e sono tanti - la cui giustificazione ormai non è più sostenibile.

2d - La qualità della democrazia
Il progetto del PD deve assumere la buona politica come architrave, sia per il suo costante riferimento all'interesse generale, sia nel senso di capacità di decidere e rappresentare (sistema elettorale, sistema istituzionale, ecc), sia nel senso di capacità di auto riformarsi eticamente e di assumere, fino in fondo, le sue responsabilità.


3 - IL PROGETTO: DIECI PILASTRI E UN METODO
Il progetto del PD deve aggredire contemporaneamente i quattro problemi - inefficienza, disuguaglianza, libertà e qualità della democrazia - se vuole risultare credibile ed efficace.
Deve poggiare su questi dieci pilastri:
1. La sicurezza, prima di tutto. Severi contro il crimine e i criminali. Più severi contro chi fa violenza ai bambini.
2. Lo sviluppo è intenso e duraturo solo se è "inclusivo". Nuove sicurezze a fronte di nuove instabilità.
3. Una forte iniezione di concorrenza, innovazione e merito in tutti i settori della nostra società. Premiare i migliori è il primo principio di equità.
4. Uno Stato Sociale universalistico, fatto di nuovi ammortizzatori sociali e servizi pubblici efficienti, che aiuti tutti a camminare con le loro gambe. Educazione alla cittadinanza e sostegno al servizio volontario civile e militare.
5. Un nuovo patto tra generazioni, imperniato sull'investimento in conoscenza, ricerca, innovazione tecnologica. L'educazione è il principale ascensore sociale.
6. Una spesa pubblica più efficiente, che sposti l'accento dalla protezione di posizioni di rendita alla valorizzazione delle energie e alla fornitura di servizi di qualità. Finanza pubblica stabile, grazie a costante disciplina fiscale e a misure, anche straordinarie, di abbattimento del debito.
7. Premere meno sui contribuenti leali - tutti, famiglie e imprese, dipendenti ed autonomi - grazie al maggiore gettito assicurato dalla lotta all'evasione fiscale. Dopo il successo ottenuto dal Governo Prodi, si può: pagare meno, pagare tutti.
8. Diritto dell'economia che "liberi" le energie vitali del Paese. Più legalità per produrre buona e forte crescita.
9. La piena integrazione del criterio della sostenibilità e della qualità ambientale in tutte le politiche pubbliche. L'intervento diretto dello Stato, attraverso meccanismi di premio, e non con nuovi enti/società, nel settore dell'ambiente, sul quale costruire una nuova frontiera di leadership tecnologico-industriale.
10. Una politica che decida e Pubbliche Amministrazioni che funzionino. Nel rispetto del principio di sussidiarietà: Stato forte, nel suo core business.
Per le relazioni con le forze economiche e sociali, si deve puntare ad una radicale riforma del Patto del Luglio del '93. Quel modello aveva un obiettivo unificante: la stabilizzazione economico-finanziaria. Risultò decisivo per conseguirla, con l'Euro. Ora, serve un nuovo modello, con un nuovo obiettivo: l'incremento della produttività totale dei fattori, introducendo fortissime dosi di innovazione nel nostro sistema economico ed aprendolo agli investimenti stranieri. Protagonisti della nuova fase di concertazione - al pari dei sindacati dei lavoratori e di Confindustria - devono essere le Associazioni rappresentative della piccola e piccolissima impresa artigianale e commerciale, unitamente alle organizzazioni della cooperazione e del no profit. In questo contesto, tutti devono "cambiare" comportamenti e capacità di rappresentanza: la politica, certo. Ma anche le forze sociali, per le quali diventa urgente (per renderle protagoniste della contrattazione di secondo livello, dove si può agire sulla produttività), una (auto)riforma delle regole della rappresentanza.


4 - DODICI AZIONI DI GOVERNO
1. FINANZA PUBBLICA: RIPRENDERE IL CONTROLLO
a) Spendere meglio e meno
Nella prossima Legislatura, il banco di prova decisivo per il Governo del PD è ben definito: riqualificare e ridurre la spesa pubblica, senza ridurre - anzi, facendo gradualmente crescere, in rapporto al PIL - la spesa sociale.
Il conseguimento di questo obiettivo - mezzo punto di PIL di spesa corrente primaria in meno nel primo anno, un punto nel secondo e un punto nel terzo - è condizione irrinunciabile per onorare l'impegno che assumiamo con i contribuenti italiani, famiglie e imprese: restituire loro, con riduzioni di aliquota e detrazioni, ogni euro di gettito aggiuntivo, derivante da lotta all'evasione fiscale.
Procederemo con innovazioni legislative certo. Ma, soprattutto, con attività di alta amministrazione.
1. Sistematica comparazione - anche a livello micro - delle performances dei singoli uffici delle Pubbliche Amministrazioni, per assegnare a tutti credibili obiettivi di convergenza verso quelle ottenute dai migliori. Attività di sistematica Revisione della spesa (anche utilizzando comparazioni internazionali) e completamento della riforma del Bilancio per migliorare la responsabilizzazione dei politici e dei dirigenti.
2. Attivazione di efficaci meccanismi di valutazione per tutta la Pubblica Amministrazione (alla quale si deve accedere solo per concorso), a cominciare dai dirigenti. Deve presiedervi un'apposita Agenzia Nazionale, anche al fine di aggiornare costantemente le metodologie. I cittadini devono inoltre essere chiamati a valutare i servizi ricevuti, a fornire indicazioni per il loro miglioramento e a poter operare per realizzarlo.
3. Rigoroso rispetto delle scadenze per il rinnovo dei contratti di lavoro e riforma del modello di politica retributiva nelle Pubbliche Amministrazioni, riconducendo lo spazio della contrattazione integrativa alla corresponsione di premi di produttività vincolati al raggiungimento di obiettivi trasparenti e monitorabili dall'esterno, riferiti agli uffici e non ai singoli dipendenti. Remunerazione dei dirigenti robustamente condizionata al conseguimento di risultati predeterminati.
4. Rimpiazzo parziale e selettivo (50%) del turnover, ricorrendo alla mobilità.
5. Abolizione dello spoils system e graduale superamento degli automatismi retributivi e di carriera.
6. Estensione a tutto il settore pubblico delle migliori esperienze di centralizzazione nell'acquisto di beni e servizi.
7. Compiuta informatizzazione delle Pubbliche Amministrazioni e unificazione degli uffici periferici dello Stato centrale in ognuno dei capoluoghi di Provincia.
8. Riduzione al 50% delle società e degli Enti partecipati dallo Stato centrale e dal sistema delle Autonomie.
9. Eliminazione, entro un anno, di tutti gli Ambiti Territoriali Ottimali, settoriali e non, attribuendo le loro competenze alle Province. Eliminazione delle Province là dove si costituiscono le Città Metropolitane.
10. Incentivazione dei processi di Unione (fino alla fusione) dei comuni piccolissimi, salvaguardando le specifiche identità politico-culturali.

b) Valorizzare l'attivo patrimoniale
Il patrimonio pubblico non è quello che si definisce tale. I beni demaniali sono oggi, in Italia, multipli di quelli che troviamo altrove. Ridefiniamo le norme civilistiche per restringere in maniera europea la nozione di demanio pubblico e offriamo una tutela puntuale, ma flessibile, alla componente di patrimonio pubblico che smetterebbe di essere demaniale. Ne seguirebbe una diversa fruizione di quel patrimonio. Questa azione è indispensabile premessa di un’iniziativa volta alla valorizzazione della quota “non demaniale” del patrimonio pubblico, sia per ridurre il deficit annuale (la gestione dei beni immobili è oggi una voce di costo per il bilancio pubblico), sia per ridurre più rapidamente e più massicciamente il volume globale del debito pubblico. In un contesto di assoluto rigore nella gestione della finanza pubblica e di sostanziale pareggio di bilancio, l’ingente attivo patrimoniale della Pubblica Amministrazione può contribuire a ridurre più rapidamente il debito sotto il 90% del PIL, così da liberare risorse per almeno mezzo punto di PIL all’anno per politiche di sostegno alla crescita e di lotta alla povertà. Non dobbiamo mai dimenticare, infatti, che la spesa per interessi ammonta oggi a quasi il 50% dell'intero gettito IRPEF.


2. PER UN FISCO AMICO DELLO SVILUPPO
a) Detrazione IRPEF più alta
Subito, un aumento della detrazione IRPEF a favore dei lavoratori dipendenti.
L'aumento è attuabile in più tranche, in progressiva crescita nel tempo, partendo dai redditi medio-bassi. E può essere usato per portare a regime l'intervento per la restituzione del fiscal-drag: ogni anno, la detrazione aumenta per neutralizzare l'effetto del drenaggio fiscale.
La detrazione può essere utilizzata anche per sperimentare forme di "imposta negativa": si tratta di sostenere i redditi più bassi, erogando la detrazione come trasferimento a favore dei lavoratori incapienti.

b) Riduzione delle aliquote IRPEF
Dal 2009, riduzione graduale delle aliquote IRPEF (un punto in meno all'anno, per tre anni) finanziata con le risorse rivenienti dalla lotta all'evasione fiscale. Grazie all'azione del Governo Prodi, il rapporto tra crescita della ricchezza nazionale e aumento delle entrate è decisamente aumentato (nel 2006, è stato pari a 2,6; nel 2007, tra 1,5 e 1,6). Scontando un suo riprofilarsi verso il basso, e ipotizzando che esso possa mantenersi attorno all'1,3 (migliore di quello - 0,75 - della serie 2000-2005), è perfettamente fondato prevedere un andamento delle entrate capace di "coprire" finanziariamente questa riduzione.
Condizione indispensabile per il successo: mai e poi mai condoni fiscali; mai e poi mai norme fiscali retroattive.

c) Credito d'imposta per le lavoratrici
Credito d'imposta rimborsabile per le donne che lavorano, adeguato a sostenere le spese di cura, così da essere incentivante e graduato in rapporto al numero dei figli e al livello di reddito. Tutte le donne lavoratrici - dipendenti, autonome, atipiche - con figli e reddito familiare al di sotto di una certa soglia (che potrà crescere nel tempo) dovranno poterne beneficiare. Nei primi due anni della Legislatura, il credito d'imposta potrà essere applicato alle donne lavoratrici del Sud, per poi essere esteso a tutto il territorio nazionale.

d) Meno tasse sul salario di produttività
Sviluppando ciò che è già previsto nel recente accordo con le parti sociali (Protocollo welfare), proponiamo di operare una significativa riduzione della pressione fiscale (agendo sull'IRPEF, oppure con la contribuzione figurativa) sulla quota di salario da contrattazione di secondo livello (azienda, gruppo, distretto, territorio), ridistribuendo finalmente un po’ dei vantaggi da aumento della produttività anche a favore dei lavoratori. Ciò che il contratto nazionale, per ragioni ovvie, non può fare.

e) Semplificazione fiscale per 2 milioni di imprenditori
Per pagare le tasse, le piccolissime imprese commerciali ed artigiane sopportano esorbitanti costi di regolare tenuta della contabilità. Va dunque elevato il tetto di 30.000 euro di fatturato per il pagamento a forfait delle diverse imposte e tributi, anche attraverso una differenziazione del tetto stesso per settori e comparti, da concordare con tutte le categorie interessate (ad esempio: più alto - fino a 50.000 euro - per chi produce beni; un po’ più basso per chi produce servizi). Prevediamo di innalzare il limite per le spese per l'acquisto di beni strumentali, in particolare per quanto riguarda l'affitto dell'immobile strumentale all'attività e di ridurre al 10% la ritenuta d'acconto per i professionisti che aderiscono al forfettone.
L’applicazione degli studi di settore va drasticamente semplificata per imprese in monocommittenza e contoterzisti, fino a consentire loro la totale fuoriuscita dall'uso di questo strumento.
In sede di gestione degli Studi di settore, prevedere:
1. entrata in vigore degli Studi non retroattiva (gli studi revisionati si applicano all’anno d’imposta nel quale vengono revisionati);
2. abrogazione della norma che prevede la possibilità di reiterare gli accertamenti (art. 70, L. 342/2000);
3. maggiore rilevanza della dimensione territoriale nella definizione degli indicatori utilizzati negli Studi;
4. potenziamento della formazione congiunta tra Agenzia delle Entrate e Associazioni di categoria.

f) Dote fiscale dei figli
La Dote sostituisce gli attuali Assegni per il nucleo familiare e le detrazioni Irpef per figli a carico, assicura trattamenti significativamente superiori a quelli attuali, si rivolge anche ai lavoratori autonomi. La Dote parte da un valore pieno di 2.500 euro annui sul primo figlio, aumentando col numero dei figli secondo parametri di equivalenza e riducendosi regolarmente in funzione del reddito familiare, ma in modo da migliorare i trattamenti anche per i redditi medi e medio-alti.
Sostenere i redditi più bassi con un trasferimento monetario a loro favore: per le famiglie con figli, la Dote stessa fa da imposta negativa in quanto viene erogata come trasferimento a favore delle famiglie incapienti.

g) Detraibilità di una quota fissa dell'affitto
Tassare il reddito da affitto non ad aliquota marginale, ma ad aliquota fissa; consentire la detraibilità di una quota fissa dell'affitto pagato; aumento della quota fiscalmente detraibile della rata sui mutui relativi all'acquisto della casa di abitazione.

h) Per imprese più forti e capitalizzate
Per sostenere la crescita dimensionale delle imprese, si devono introdurre forti sconti di imposta (fino all’azzeramento di Ires ed Irap per un certo numero di anni) per la quota di profitti corrispondente alla quota di capitale dell’impresa detenuto da fondi private equity. Allo stesso fine si deve abbattere l’imposta sostitutiva per i disavanzi da fusione. Deve, inoltre, essere equiparata la normativa fiscale relativa ai fondi d'investimento a quella degli altri Paesi europei (tassazione sul realizzato e non sul maturato).

i) Federalismo fiscale e infrastrutturale
E’ necessario che i due terzi del paese siano liberati dal coinvolgimento del governo centrale nel finanziamento delle loro competenze e che l’intervento dello stato sia limitato alla perequazione dei territori con più basso reddito pro-capite e di quelli storicamente svantaggiati nella distribuzione delle risorse pubbliche. Un assetto efficiente della finanza decentrata richiede che si ricorra a vere compartecipazioni dinamiche al gettito dei grandi tributi erariali e ad un vero coordinamento della finanza pubblica multilivello, a garanzia che il decentramento non modifichi le decisioni generali assunte in merito al livello di pressione fiscale. La sede di questo coordinamento deve essere il nuovo Senato delle autonomie.
Attraverso i tributi propri, poi, ciascun territorio potrà completare il finanziamento dei servizi pubblici di prossimità. Una volta garantiti gli standard di base espressamente individuati dalla Costituzione, ciascun territorio potrà, liberamente e democraticamente, decidere se e come differenziare i propri servizi, avvicinando sempre di più, negli enti di prossimità, le decisioni di politica pubblica al controllo e al monitoraggio della popolazione.
Devono essere costruiti strumenti a garanzia della separatezza delle gestioni finanziarie, limitandosi lo stato a definire il contributo dei singoli comparti del sistema delle autonomie all’azione di contenimento del deficit e della riduzione del rapporto Debito/PIL.
Deve essere esteso a tutte le Regioni, anche in cooperazione tra di loro, il metodo del “federalismo infrastrutturale”, sperimentato dal Governo Prodi con la regione Lombardia, e avviato con altre. In particolare, il potere di assegnare concessioni di costruzione e gestione di significative opere stradali e ferroviarie deve essere trasferito dallo stato centrale a soggetti misti stato-regione.


3. CITTADINI E IMPRESE PIÙ SICURE
a) Più agenti in divisa per strada, più tecnologia in città
Malgrado l’impegno generoso delle forza dell’ordine, i cittadini si sentono più insicuri: la qualità della vita ne viene gravemente danneggiata. E il danno è più grave per chi è più debole.
E’ questione di entità delle risorse pubbliche dedicate, certo. Ma è anche questione di migliore impiego delle risorse umane e finanziarie disponibili. Se si vogliono più agenti in divisa a presidio dl territorio, di giorno e di notte, in centro e in periferia, nelle città e nelle campagne, si impone l'adozione di un vero e proprio "nuovo modello di sicurezza".
1. Immediata approvazione, in Parlamento, del "Pacchetto Sicurezza" approvato dal Consiglio dei Ministri il 30 ottobre 2007 e bloccato dalla opposizione della sinistra antagonista; e pronta attuazione del Piano d'azione contro la violenza sulle donne. In questo contesto, per il personale delle forze che tutelano la sicurezza interna ed esterna, è necessario adottare misure di protezione sociale sulla certezza del loro rapporto di lavoro e per la conciliazione delle esigenze del sevizio con quelle della vita privata.
2. Azione di riordino strutturale e organizzativo, volta a ridefinire su schemi più moderni e funzionali la mission istituzionale e l'impiego operativo delle diverse forze di polizia e ad eliminare ogni duplicazione funzionale tra quelle a competenza generale (Polizia di Stato ed Arma dei Carabinieri) e quelle a competenza specialistica (Guardia di Finanza, Corpo Forestale e Polizia Penitenziaria). In questa direzione, vanno ridotti al minimo indispensabile gli "sconfinamenti" delle forze di polizia a competenza specialistica nei campi di attività di quelle a competenza generale, concentrandone l'azione nei settori operativi di rispettiva attribuzione.
3. Estendere a tutti i Comuni capoluogo di Provincia il "Patto per la Sicurezza" già sperimentato, con ottimi risultati, in alcune delle principali città italiane. In questo quadro, devono essere trasferite ai Comuni le competenze in materia di passaporti e permessi di soggiorno. Sperimentare da subito questo trasferimento nei capoluoghi di Regione, tra cui Milano e Roma, già protagonisti del "Patto per la Sicurezza".
4. Mobilità interna alla Pubblica Amministrazione di personale civile oggi sottoutilizzato, per impiegarlo nelle attività amministrative di supporto (es. Archivi) alle attività di polizia.
5. Adottare, nell'azione contro la criminalità organizzata, un approccio operativo orientato all'aggressione degli affari e dei patrimoni mafiosi. In questo ambito vanno attribuiti alla Direzione Investigativa Antimafia - che in futuro dovrà operare in collaborazione sempre più stretta con la Guardia di Finanza - nuovi e più incisivi poteri in materia di vigilanza sugli appalti pubblici. È necessario destinare personale specializzato e risorse alle Questure e agli Uffici giudiziari per le procedure di sequestro e confisca dei beni mafiosi.
6. Le reti senza fili a larga banda (WI-FI, WIMAX) consentono un’infinita possibilità di controllo del territorio. Nel più assoluto rispetto del diritto alla riservatezza, si possono aiutare i cittadini più esposti alla paura: le donne che escono sole di notte, gli anziani che si muovono nel quartiere, i bambini che vanno a scuola, possono essere protetti dal sistema georeferenziale della rete, attivando un allarme in caso di pericolo. Le stesse iniziative di video sorveglianza dei privati, che nascono come funghi, potrebbero avere convenienza a diventare un terminale interoperabile della rete, contribuendo alla sua espansione e ottenendo in cambio preziosi vantaggi. Le stazioni del trasporto possono diventare le boe della sicurezza nel mare metropolitano: informazioni sui servizi, collegamenti agili con le forze dell’ordine, telecamere, piccole attività commerciali, reti sociali di protezione.

b) Più certezza ed effettività della pena
Il cittadino pretende di essere certo che chi ha compiuto gravi reati contro la persona ed è stato condannato, sconti effettivamente la pena che gli è stata inflitta.
Il Governo del PD offrirà questa garanzia. Verrà infatti immediatamente approvata quella parte del "Pacchetto Sicurezza" (30-10-2007) che ha ampliato il numero dei reati di particolare allarme sociale - fra questi la rapina, il furto in appartamento, lo scippo, l’incendio boschivo e la violenza sessuale aggravata - prevedendo la cosiddetta custodia cautelare obbligatoria; il conseguente giudizio immediato per gli imputati detenuti; l’applicazione d’ufficio (e non più a richiesta del P.M.) della custodia cautelare in carcere già con la sentenza di primo grado (e non più con quella d’appello); l’immediata esecuzione della sentenza di condanna definitiva senza meccanismi di sospensione.
Specularmente, va assicurato il massimo sostegno - sociale e psicologico - alle vittime delle azioni criminali.


4. DIRITTO ALLA GIUSTIZIA GIUSTA, IN TEMPI RAGIONEVOLI
a) Ridurre i tempi e aumentare l’efficienza della giustizia
Nella classifica relativa ai tempi della giustizia l’Italia è agli ultimi posti in Europa e nel confronto coi Paesi avanzati di tutto il mondo. I cittadini e le imprese italiane vedono ridursi i loro diritti in presenza di un sistema giudiziario che impiega anni e anni per risolvere le controversie.
La ragionevole durata del processo, principio affermato dalla Carta Europea dei Diritti dell'Uomo e dalla Carta costituzionale, è un principio cui deve ispirarsi ogni intervento riformatore.
È indispensabile completare la stagione di riforme '96-'02, portando a compimento innanzitutto le misure già avviate sul processo civile (razionalizzazione e accelerazione del processo) e penale (razionalizzazione e accelerazione del processo, prescrizione dei reati, recidiva, tenuità del fatto); sviluppare in sede comunitaria l'iniziativa per giungere ad una sorta di "codice civile europeo"; riprendere e approvare il disegno di legge contro lo stalking e l'omofobia, già approvato dalla Commissione Giustizia della Camera nella XV Legislatura.
Il bilancio del Ministero della Giustizia deve essere considerato non solo sotto l'aspetto delle spese, ma anche sotto quello delle entrate. Solo il 3% circa delle somme per pene pecuniarie e spese processuali sono effettivamente recuperate; eppure si tratta di somme non indifferenti,cui deve aggiungersi l'enorme patrimonio costituito da beni in sequestro o confiscati, che giacciono per anni in depositi infruttiferi.
Ci sono alcuni provvedimenti che possono essere presi immediatamente, per accrescere l’efficienza del sistema giudiziario italiano.
1. Accorpare i tribunali, ridistribuendo i magistrati e le risorse.
2. Creare dell'Ufficio per il processo, che consentirà anche la riorganizzazione delle cancellerie e la valorizzazione e riqualificazione del personale.
3. Realizzare rapidamente il processo telematico, strettamente legato all'Ufficio per il processo, eliminando gli infiniti iter cartacei che assorbono risorse preziose per la loro gestione e archiviazione.
4. Favorire la specializzazione dei magistrati, in particolare nel settore dei diritti fondamentali (famiglie e minori, diritti della persona, libertà personale, espulsioni).
5. Ampliare la specializzazione delle sezioni per le tematiche economiche.
6. Adottare misure straordinarie per la definizione del contenzioso arretrato.
7. Favorire una modifica dei contratti tra avvocati e clienti verso forme basate su premi alla rapidità.
8. Sottoporre le diverse sedi giudiziarie ad un sistematico monitoraggio, al fine di far emergere le migliori pratiche, da valorizzare, diffondere e mettere alla base di forme di premialità nella ripartizione delle risorse.
9. Incentivare la gestione manageriale degli Uffici giudiziari - anche prevedendo la figura del manager dell'Ufficio Giudiziario, un magistrato appositamente formato per l'assolvimento di questo compito - che sono ormai grandi organizzazioni, con tante risorse umane e materiali.
10. Eliminare la sospensione feriale dei termini processuali.
11. Creazione e rafforzamento di (e sistematico ricorso ad) un sistema di composizione extragiudiziale delle liti.

b) Intercettazioni sì, violazione dei diritti individuali no
Lo strumento delle intercettazioni di comunicazioni telefoniche, informatiche e telematiche è essenziale al fine di contrastare la criminalità organizzata ed assicurare alla giustizia chi compie i delitti di maggiore allarme sociale, quali la pedofilia e la corruzione.
Bisogna conciliare tali finalità con diritti fondamentali come quello all’informazione e quelli alla riservatezza e alla tutela della persona.
Il divieto assoluto di pubblicazione di tutta la documentazione relativa alle intercettazioni e delle richieste e delle ordinanze emesse in materia di misura cautelare fino al termine dell’udienza preliminare, e delle indagini, serve a tutelare i diritti fondamentali del cittadino e le stesse indagini, che risultano spesso compromesse dalla divulgazione indebita di atti processuali.
E’ necessario individuare nel Pubblico Ministero il responsabile della custodia degli atti, ridurre drasticamente il numero dei centri di ascolto e determinare sanzioni penali e amministrative molto più severe delle attuali, per renderle tali da essere un’efficace deterrenza alla violazione di diritti costituzionalmente tutelati.

c) Per l'autodeterminazione del paziente
Il PD riconosce il diritto inalienabile del paziente a fornire il suo consenso ai trattamenti sanitari a cui si intende sottoporlo, così come previsto dalla nostra Costituzione e dalla Convenzione di Oviedo. Il PD si impegna inoltre a prevenire l'accanimento terapeutico anche attraverso il testamento biologico.

d) Diritti della persona che convive stabilmente
Il Governo del PD promuove il riconoscimento giuridico dei diritti, prerogative e facoltà delle persone stabilmente conviventi, indipendentemente dal loro orientamento sessuale.


5. L'AMBIENTALISMO DEL FARE
a) Energia pulita, più abbondante, meno cara
1. Il problema ecologico ci impone una gigantesca riallocazione delle risorse di lavoro, di terra e di capitale.
Si deve
a. accelerare la transizione da settori, processi e prodotti energy intensive a settori, processi e prodotti energy saving;
b. spostare risorse dal consumo immediato all'investimento, in particolare all'investimento che ha il più lungo orizzonte temporale, quello in ricerca e sviluppo;
c. incoraggiare l'abbandono di stili di vita consumistici fino alla dissipazione, a favore di stili di vita attenti alla eco-compatibilità dei comportamenti individuali.
In questo senso, va sostenuta la sperimentazione di particolari incentivi di mercato, volti a ridurre le emissioni di CO2.
Molti gli interventi possibili, già sperimentati in diversi Paesi. Da tariffe di smaltimento dei rifiuti variabili a seconda che si partecipi o meno alla raccolta differenziata, che va comunque incrementata, a tasse di possesso automobilistiche legate alle emissioni; dalla detassazione degli investimenti in ricerca e sviluppo, alla previsione di una carbon tax che penalizzi processi particolarmente energivori.
In generale: maggiore ricorso al mercato e ai prezzi; minore ricorso a concessioni, licenze e divieti. Che è come dire: più libertà per tutti, più responsabilità, anche economica, per ciascuno.
2. Sono indispensabili il potenziamento delle infrastrutture di rigassificazione, trasporto e stoccaggio del gas, la garanzia della loro reale terzietà rispetto ai competitors e la diversificazione delle fonti, così da determinare quell'eccesso di offerta che può creare la concorrenza.
La Rete italiana del gas, se resa effettivamente libera nelle scelte di investimento garantite dal sistema tariffario, può molto rapidamente costituire il nucleo fondante della rete europea dei gasdotti, alla quale affidare la realizzazione della borsa del gas. La creazione di un mercato a breve del gas è necessaria per portare alla separazione dei prezzi del gas da quelli del petrolio.
3. L'Italia sia il Paese del sole anche in fatto di energia, diventando entro i prossimi cinque anni leader in Europa nell'energia solare per usi termici. L'obiettivo è di rendere permanente l'incentivo previsto dalla legge Finanziaria 2008 per l'installazione di pannelli solari termici in tutte le case di abitazione, anche al fine di favorire la nascita di imprese di produzione, installazione e manutenzione dei pannelli solari. Le misure a favore delle energie rinnovabili e per l'efficienza energetica devono avere durata pluriennale certa e fondarsi sempre più sulla leva fiscale, al fine di mobilizzare al massimo le risorse private disponibili. Per l’Italia, produrre il 20% di energia con il sole e con il vento, significa risparmiare miliardi di euro sulle importazioni di petrolio. La nostra proposta è quella di un piano per realizzare in dieci anni la trasformazione delle fonti principali di riscaldamento degli edifici, privati e pubblici, in modo da creare al tempo stesso un gigantesco risparmio energetico e un grande volano di crescita economica.

4. L'Italia deve impegnarsi sulle tecnologie di punta: che si tratti della cattura del biossido di carbonio per il "carbone pulito", o si tratti del metano, delle biomasse o dell'idrogeno e anche del nucleare di quarta generazione, ovvero quello a sicurezza intrinseca e con la risoluzione del problema delle scorie. È indispensabile essere presenti nelle partnerships internazionali in questi campi, per sviluppare un'industria energetica nazionale. Per valorizzare le fonti rinnovabili e la microgenerazione, deve essere ristrutturato - in cooperazione con le Regioni e gli Enti locali - il sistema complessivo della distribuzione. Quest'ultima non è più unidirezionale: da chi la produce alle case, alle aziende ed ai servizi. Ormai le famiglie e le imprese stesse possono produrre energia, ciò che pretende un conseguente mutamento della concezione stessa della rete di distribuzione.

b) Nuove tecnologie urbane: 3 città in cui sperimentare
In tema di pianificazione dell’uso e di governo del territorio, l’ideologia della regolamentazione è cattiva consigliera. La direzione deve essere quella, seguita nei Paesi europei più avanzati, di minimizzare il consumo di suolo vergine, di green land, e di puntare invece sulla riqualificazione delle brown lands, le aree già costruite.
L'Italia ha bei centri storici conservati bene, mentre le periferie sono disastrate. Urge un piano di riqualificazione delle periferie, di riassetto urbanistico e d’immissione delle tecnologie urbane. Ne deriverebbe anche una rivalutazione degli immobili, in parte utilizzabile per il finanziamento del piano.
Come sedi per una coerente e sistematica sperimentazione delle politiche ambientali, di applicazione delle nuove tecnologie di risparmio e microgerazione dell'energia, di sostegno alla creazione di PMI high tech in campo energetico ed ambientale, saranno individuate tre città di media dimensione - una nel Nord, una nel centro e una nel Sud.

c) Il "diritto" alla larga banda
L'effettiva possibilità di accesso alla rete a larga banda deve diventare un diritto riconosciuto a tutti i cittadini e a tutte le imprese, su tutto il territorio nazionale - dalla grande città alla montagna, in ogni Comune d’Italia - esattamente come avviene per il servizio idrico o per l'energia elettrica. Nelle grandi città, in particolare, è possibile e necessario realizzare reti senza fili a larga banda (WI-FI, WIMAX, etc. per creare un ambiente disponibile alla gestione di nuovi servizi collettivi.

d) Slegare il trasporto urbano e treni decenti per i pendolari
1. Occorre aprire alla concorrenza sia la rete degli autobus sia le ferrovie regionali. Ciascuno deve tornare a fare il proprio mestiere: il sussidio statale si deve trasformare in incentivo a mettere in concorrenza la gestione delle reti mediante gare europee e le aziende di trasporto devono imparare a gestire normali relazioni industriali in un mercato aperto. Ciascuna amministrazione comunale sarà libera di scegliere le regole che preferisce, entro un campo di soluzioni diverse, ma lo Stato premierà solo quelle che scelgono il mercato.
2. Lo stesso meccanismo si può applicare verso le Regioni per il trasporto ferroviario. E' davvero penosa la condizione del servizio offerto a milioni di pendolari. Solo quando cominceremo a vedere diversi operatori sulle ferrovie regionali, a confrontare diversi prezzi e standard di qualità in un mercato aperto dei servizi, potremo soddisfare le aspettative dei pendolari. Occorre inoltre rimuovere il blocco d’ingresso alla concorrenza costituito dalla disponibilità dei treni, garantendo ai vincitori delle gare l’opportunità di acquisire con indennizzo il materiale rotabile utilizzato fino a quel momento sulle tratte in concorrenza.
Oggi, si presenta una grande occasione: il completamento dell’Alta velocità metterà a disposizione del trasporto regionale un aumento del 50% delle tratte ferroviarie. È possibile dare alle aree metropolitane italiane un’armatura su ferro.

e) Infrastrutture: proporre, valutare, decidere...
Il Paese ha bisogno di infrastrutture e servizi che oggi sono ostacolati più da incapacità di decisione che da carenza di risorse finanziarie. Maggiore partecipazione/consultazione dei cittadini e maggiore capacità di decisione sono compatibili. I progetti devono essere presentati agli enti locali ed anche alla cittadinanza, rendendoli disponibili su web. Dopo uno spazio di tempo per la discussione e per l'ascolto di tutte le opinioni, il progetto viene rielaborato sulla base delle osservazioni, per poi decidere con un sistema di avocazione della capacità decisionale. In questo contesto, va riformata la normativa di valutazione d’impatto ambientale delle opere (VIA-AIA) con l'eliminazione dei tre passaggi attuali e la concentrazione in un’unica procedura di autorizzazione, da concludere in tre mesi. Una volta assunta la decisione, deve essere previsto un divieto di revoca o l'applicazione di sanzioni pecuniarie elevate con responsabilità erariale a carico degli amministratori pubblici interessati.
La priorità va data al trasporto ferroviario (TAV Torino-Lione-Trieste, alta capacità e trasporto urbano e locale), agli impianti per produrre energia pulita, ai rigassificatori indispensabili per liberalizzare e diversificare l'approvvigionamento di metano, agli impianti per il trattamento dei rifiuti, alla manutenzione ordinaria e straordinaria della rete idrica.
Ecco la novità del nostro ambientalismo del fare: basta con l'ambientalismo che cavalca ogni Nimby e impedisce di fare le infrastrutture necessarie al Paese: l'impegno va concentrato nella realizzazione di infrastrutture veramente moderne (quindi sostenibili).

f) Stadi: costruirne nuovi e privatizzare i vecchi
Potenziare ulteriormente il ruolo dell’Istituto per il Credito sportivo come “banca” destinata a facilitare, in collaborazione con enti locali e privati, la realizzazione su tutto il territorio nazionale di impianti sportivi di nuova generazione, moderni, flessibili ed ecologicamente compatibili.
Continuare nella realizzazione del Programma Stadi confermando l’utilizzo di risorse pubbliche esclusivamente per la concessione di mutui ed attribuendo in via prioritaria, con una legge che individui procedure snelle e tempi certi, a soggetti privati (club di calcio, finanziatori privati) il compito di privatizzare, realizzare e gestire moderni stadi e palazzetti secondo modelli di efficienza economica.


6. STATO SOCIALE: PIÙ EGUAGLIANZA E PIÙ SOSTEGNO ALLA FAMIGLIA, PER CRESCERE MEGLIO
a) Infortuni sul lavoro: premiare chi investe in sicurezza
La Legge delega sulla sicurezza sul lavoro prevede tutte le misure legislative necessarie: il Governo Prodi è impegnato ad emanarle prima del 13 aprile. Ma è soprattutto questione di gestione e di corretta applicazione delle norme, in un sistema in cui disordine, mancanza di coordinamento, inefficienza la fanno da padroni:
1. bisogna creare un'unica Agenzia Nazionale per la sicurezza sul lavoro, come luogo di indirizzo e coordinamento per l'attività ispettiva, preventiva e repressiva, anche rafforzando il ruolo della concertazione tripartita;
2. anche grazie all'attività dell'Agenzia, potrà essere realizzato un sistema di forti premi per le imprese che investono in sicurezza, agendo sul livello della contribuzione; al tempo stesso, una quota delle risorse del surplus INAIL deve essere utilizzata per aumentare gli indennizzi ai lavoratori infortunati e per aggiornare le tabelle delle malattie professionali;
3. i lavoratori in nero sono i più esposti al rischio infortuni. Anche alla luce dell'esperienza applicativa della norma sulla sospensione dell'attività per le imprese con oltre il 20% di lavoratori irregolari, vanno premiate le imprese che accolgono l'invito a regolarizzarsi e a rispettare i contratti, come prevedono le intese realizzate tra governo e parti sociali negli ultimi 18 mesi. L'obiettivo: "cento protocolli di civiltà", uno per ogni Provincia, in cui costruire le condizioni concertate per l'emersione.

b) Sono le donne l'asso dello sviluppo
E’ necessario trasformare l’enorme capitale umano femminile inattivo in un “asso” da giocare nella partita dello sviluppo, della competitività, del benessere sociale. Passare dal circolo vizioso ad un circolo virtuoso. Più donne occupate significa, infatti, più crescita; più nascite; famiglie più sicure economicamente e più dinamiche ;meno minori in povertà.
Le proposte per l’occupazione femminile:
1. incentivi fiscali mirati per il lavoro delle donne (vedi Azione n. 2 - lettera c), anche al fine di favorire il secondo reddito familiare;
2. incentivi fiscali per promuovere, sul mercato, un settore di servizi “avanzati” alle famiglie, che sia insieme un settore di occupazione per le donne e un mezzo di conciliazione;
3. legge sull’eguaglianza di genere nel mercato del lavoro, come in Spagna, e punteggi più elevati nelle graduatorie per gli appalti alle aziende che rispettano la parità di genere.
Le proposte per la conciliazione:
1. orari flessibili e “lunghi” negli asili, nelle scuole elementari e negli uffici pubblici che rendono i principali servizi ai cittadini; gli asili chiudono solo una settimana a Ferragosto; le scuole elementari organizzano attività estive e restano aperte anche al pomeriggio; liberalizzazione degli orari del commercio;
2. nuovo congedo di paternità interamente retribuito, dalle imprese, come nei Paesi scandinavi, addizionale alla maternità/paternità già oggi prevista e non fruibile dalle donne;
3. congedi parentali al 100% per 12 mesi, come in Francia;
4. incentivi alla flessibilità di orario richiesta dal dipendente.

c) Asili nido per tutti e bambini più felici, dai primi giorni di vita
L'asilo nido deve diventare un servizio universale, disponibile per chiunque ne abbia bisogno. Grazie alla cooperazione con le Regioni e gli enti locali, al lavoro avviato dal Governo Prodi e alle risorse già disponibili, è conseguibile l'obiettivo di quadruplicare il numero dei posti entro cinque anni, con servizi che coprano il 25% dei bambini da 0 a 3 anni, contro il 6% attuale. A questo scopo, va superato qualsiasi eccesso di minuziosa regolazione.
Un bambino su tre incontra determinanti difficoltà di sviluppo nei primi dieci mesi di vita. In molti, troppi casi questo ritardo iniziale non verrà più recuperato. Questo fondamentale fattore d'esclusione va dunque aggredito, fornendo alle mamme in situazioni di disagio economico/sociale l'aiuto individuale di Assistenti di maternità, che intervengano prima ancora dell'ingresso del bambino all'asilo nido e gli garantiscano le prime settimane di vita in un contesto affettivo stabile ed accogliente.

d) Sostenere le retribuzioni basse: garantire un compenso minimo
In Italia, come in altri Paesi, un numero consistente di lavoratori hanno retribuzioni inaccettabilmente basse; si trovano per questo in una situazione di povertà che riguarda soprattutto i lavoratori atipici, giovani donne, e che si cumula spesso con condizioni di precarietà dell'occupazione.
Questa situazione va contrastata, secondo le indicazioni della Unione Europea e dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro, con misure diverse e convergenti.
1. Attraverso incentivi e disincentivi (accesso ai benefici pubblici, appalti, etc.) favorire un migliore rispetto degli standard stabiliti della contrattazione collettiva, anche sperimentando forme concordate con le parti sociali di estensione dell'efficacia dei contratti.
2. Sostegno ai bassi salari, riducendo il cuneo fiscale sugli stessi in modo graduale (come in Francia) per rendere più conveniente alle imprese assumere questi lavoratori a tempo indeterminato.
3. Sperimentazione di un compenso minimo legale fissato in via tripartita (parti sociali e governo), per i collaboratori economicamente dipendenti (con l'obiettivo di raggiungere 1000/1100 euro netti mensili). Va verificato con le parti sociali se questo minimo possa essere esteso a quei lavoratori dipendenti che non godono di adeguata protezione da parte della contrattazione collettiva. In tal modo il compenso minimo si configura come rete di protezione di ultima istanza anche nei confronti dei minimi contrattuali.

e) Rendere sostenibile la flessibilità e combattere la precarietà
La lotta alla precarietà è indispensabile per dare prospettive di vita dignitosa ai giovani.
Si devono estendere a tutti i lavoratori le tutele fondamentali, secondo i principi della Carta dei diritti.
Non è possibile garantire stabilità ai singoli posti di lavoro, ma si può garantire continuità all’occupazione delle persone, facendo della formazione permanente un nuovo diritto di cittadinanza. Ma non solo: ci vogliono politiche attive sul mercato del lavoro, che forniscano tutele del reddito in caso di disoccupazione; e un sistema efficiente di servizi, di formazione e di occasioni per il reimpiego. Questo è il senso della migliore flexicurity europea, cui intendiamo ispirarci.
Un sistema attivo si ottiene potenziando la rete dei servizi, pubblici e privati, all’impiego e introducendo forme di responsabilizzazione reciproca fra beneficiari di sussidi e erogatori dei servizi. I primi sono tenuti non solo ad accettare offerte di impiego e di formazione, pena la decadenza dal sussidio, ma ad attivarsi per cercare il reimpiego. Cercare lavoro è in sé un’occupazione, che per questo va retribuita, con un contratto specifico di ricerca d’occupazione. I servizi all’impiego devono essere responsabilizzati anch’essi ad attivarsi, offrendo agli operatori incentivi specifici e strumenti adeguati (compreso il potere di erogare le indennità e di sanzionare le inefficienze).
L'insieme delle nuove politiche per il lavoro deve essere sottoposto - per un periodo sufficientemente lungo di sperimentazione - a sistematica valutazione/misurazione degli effetti.

f) Favorire l’accesso dei giovani al lavoro stabile
Troppi giovani sono ora “intrappolati” troppo a lungo, spesso per anni, in rapporti di lavoro precari.
Questa situazione va contrastata da una parte facendo costare di più i lavori atipici e di meno il lavoro stabile; dall’altra favorendo un percorso graduale verso il lavoro stabile e garantito, con varie misure:
1. allungamento del periodo di prova, in misura da concertare con le parti sociali, per permettere alle imprese, e anche al lavoratore, una più adeguata valutazione della possibilità di una assunzione a tempo indeterminato;
2. incentivazione e modulazione del contratto di apprendistato come strumento principale di formazione e di ingresso dei giovani nel lavoro. Le agevolazioni contributive vanno graduate in rapporto alla qualità e quantità della formazione dell’apprendista, e tenendo conto dei periodi di apprendistato.
In un primo periodo, di lunghezza variabile da definire con le parti secondo le necessità di formazione, i trattamenti e le agevolazioni all’impresa restano quelle attuali; alla fine di questo periodo si procede alla verifica della qualificazione dell’apprendista, con la possibilità di continuare il rapporto, se necessario a completare la formazione, con ulteriori agevolazioni, ovvero di terminare il rapporto (come oggi).
Dopo questo ulteriore periodo vanno previsti incentivi all’impresa che trasforma il rapporto in contratto di lavoro a tempo indeterminato.

g) Contratti "atipici"? Devono costare di più
I contratti temporanei dovrebbero essere utilizzati soltanto per prestazioni lavorative veramente a termine, riducendone la durata massima a due anni e imponendo ai datori di lavoro che li utilizzano il pagamento di contributi più elevati per l’assicurazione contro la disoccupazione. Infatti, chi è assunto con contratti a termine ha più probabilità di diventare disoccupato. Il datore di lavoro deve perciò contribuire a coprire questo rischio, più di quanto avvenga con altri contratti. Altrimenti il costo della flessibilità graverà solo sui contribuenti.

h) Dare credito alla creatività
e all'attività delle ragazze e dei ragazzi
Costituire per i giovani - allargando le misure del Protocollo sul welfare - fondi per il credito e il micro-credito, che consentano di ottenere prestiti, con restituzione posticipata agevolata, e sostenere finanziariamente percorsi formativi e progetti imprenditoriali nei settori dell’innovazione tecnologica, dello sviluppo sostenibile, nei servizi di utilità sociale e impegno civile.

i) Per un vero mercato delle case in affitto
La disponibilità di case in affitto in Italia è di gran lunga inferiore a quella di altri Paesi. Tale scarsa disponibilità blocca la mobilità, specie dei giovani e delle giovani coppie.
Una svolta può derivare dalle seguenti scelte:
1. investimenti nell'edilizia residenziale pubblica ad affitto sociale, con l'obiettivo di raggiungere quote simili a quelle presenti negli altri Paesi europei;
2. accrescere la presenza di nuovi investitori privati nel settore immobiliare, attraverso l’utilizzo di Società d’Investimento Immobiliare Quotate e la liberalizzazione del mercato: politiche di regolazione del mercato che incentivino i proprietari a porre sul mercato degli affitti le case, anche riducendo progressivamente le proroghe generalizzate degli sfratti;
3. introdurre l’obbligo di destinare nelle convenzioni urbanistiche una quota (es. il 15%) delle nuove costruzioni agli affitti a canone concordato;
4. varare anche in Italia interventi di social housing .Non si tratta della tradizionale edilizia residenziale pubblica, destinata a fasce sociali svantaggiate. I fondi immobiliari di tipo etico costruiscono o acquisiscono unità abitative e le mettono sul mercato, senza sussidi pubblici, ad affitti sostenibili. Se i terreni delle nuove costruzioni sono conferiti dai Comuni, i fondi vanno in equilibrio con affitti ancora più bassi. Si possono promuovere fondi a controllo o a partecipazione pubblica; si possono coinvolgere nell’operazione la Cassa Depositi e Prestiti e le Fondazioni di origine bancaria. E si può intrecciare questa attività con la dismissione e riqualificazione di tanto patrimonio immobiliare pubblico, specie degli Enti locali.

j) Per l'invecchiamento attivo
Il nostro tasso di occupazione degli over 50 è sotto la media europea. Occorrono misure diverse: agevolazioni alle imprese che assumono over 50 a tempo indeterminato, incentivi ai lavoratori che prolungano il lavoro oltre l’età pensionabile (sopravvalutazione del tempo di lavoro ai fini della pensione, abolizione del divieto di cumulo fra retribuzione e pensione), part-time misto a pensione.

k) Il buono-servizio per i non autosufficienti e i diversamente abili
1. Elevare gradualmente l’importo mensile dell’indennità di accompagnamento da 455 fino a 600 euro in media per il 30% degli utenti (450.000 persone) che hanno maggiore bisogno di assistenza, mantenendo il valore attuale per le altre. L’accesso alla misura rimane sulla base del bisogno: l’ammontare è determinato in base all’Indicatore di Situazione Economica Equivalente.
2. Affiancare all’indennità di accompagnamento monetaria per i cittadini non autosufficienti e i diversamente abili la possibilità per loro di optare per una dotazione mensile, di valore maggiore dell’indennità e finanziata anch’essa dallo Stato, di buoni-servizio per l’acquisto di servizi di assistenza domiciliare integrata organizzati dai comuni:
- i buoni sono nominativi e non trasferibili;
- possono essere spesi dal cittadino solo per l’acquisto di servizi offerti dai comuni o da erogatori (cooperative, organizzazioni no profit, etc.) accreditati e regolati dai comuni.

l) Governare l’immigrazione per non subirla
Affinché l’immigrazione sia vissuta non come una minaccia, ma come un'opportunità, è necessario che essa sia governata e non subita.
1. La legge Bossi-Fini produce immigrazione irregolare. Deve essere introdotta una modalità d’ingresso sponsorizzata e garantita da associazioni certificate e da enti locali, che permetta - entro limiti temporali prestabiliti - la ricerca di lavoro. Nell’ambito di una programmazione imperniata su una corretta lettura del fabbisogno di forza lavoro e di sostenibilità sociale dei nuovi ingressi, la politica migratoria deve incoraggiare.