mercoledì 23 gennaio 2008

LAVORARE PER VIVERE O PER MORIRE?

Se fossi una persona potente mi piacerebbe fare una sola domanda al premier Romano Prodi.
Oggi, passando per un mercato rionale, ho sentito un'ambulante che parlava con il marito di problemi di vita quotidiana. Tema della discussione le bollette da pagare, la scadenza del mutuo in arrivo, ecc.. Alla fine la signora guarda il marito e gli chiede: "Ma che vita è questa, se dobbiamo lavorare per morire di fame, quando dovremmo lavorare per vivere?"
Mi si è gelato il sangue. Un'ambulante, magari con la scuola elementare come titolo di studio, ha fatto una domanda che non ho sentito fare ai classici saluti di rito sotto Natale a Palazzo Chigi nel tradizionale incontro tra Governo e giornalisti (tutti di testate autorevoli).
Io credo che ci sia uno scollamento non solo tra politica/istituzioni e la gente, ma anche tra la gente e i media (che sono, ormai, a seconda del colore politico, il "megafono" di questo o quel movimento partitico). I giornali, invece, dovrebbero raccontare la realtà dei problemi della gente. Non vedo in questo momento un giornale con queste caratteristiche, forse bisognerebbe farlo trovando un editore con le palle e creando una nuova generazione di giornalisti (cronisti), che attualmente non esiste.
A Prodi un consiglio: che ce la faccia o meno domani in Senato, si faccia ogni tanto un giro al mercato, visto che dice sempre che la politica della sinistra è per la gente. A me non sembra. Ma lo stesso discorso vale per il resto della "casta, senza distinzioni di colore.

Nessun commento: