venerdì 28 marzo 2008

L'ALITALIA E LA SINDROME DELLA "SORA CAMILLA"

queste le ultime news su Alitalia

Air France-Klm ha inviato questa notte la proposta di accordo quadro ai sindacati. La bozza, di di 9 pagine, conferma il numero di 2.100 esuberi: 1.500 esuberi per Alitalia, 100 esuberi tra i dipendenti all'estero, e 500 esuberi tra le attività di Az Servizi di cui è prevista la reinternalizzazione: perimetro che viene ampliato per comprendere un numero maggiore di dipendenti.
I piloti in «esubero operativo» sono 420 dai 514 precedentemente previsti. Limato a 594, secondo quanto riferiscono fonti sindacali, anche il numero degli assistenti di volo in esubero, dai 600 precedenti.

È previsto un forte piano di accompagnamento sociale: il gruppo Air France-Klm, viene sottolineato, «ha scelto come linea di condotta di non abbandonare nessun dipendente».

fonte: L'Unità.it

Ma al di là delle belle o brutte parole mi pare che l'Alitalia stia soffredno della sindrome della sora Camilla: tutti la vogliono, ma nessuno se la piglia.

giovedì 27 marzo 2008

ANCHE A SINISTRA TALVOLTA SI "RIDE"

Certe volte l'ironia alberga anche dalle parti del Centro-Sinistra. Foto di aereo dell'Alitalia fermo sulla pista di volo, su Il Riformista, per parlare della trattativa Air France e cordata imprenditori Pro-Berlusconi. Sulla carlinga appare il nome di un nuovo marchio: PierItalia - di fianco la foto di Pier Silvio (che si dice possa far parte di questa cordata).
Voto 8: PierItalia non si batte. Bravi a Il Riformista.

martedì 25 marzo 2008

MA NON E' CHE TUTte queste brutte notizie hanno un senso

Accendi StudioAperto e se ti dice bene si parla di stupri plurimi, passi su Tgcom è peggio che andare di notte, fai zappingi su Emilio Fede ed è un delirio di notizie di "nera". Come è cresciuta vertiginosamente l'interesse delle reti di Berlusconi sul tema della sicurezza, come se si cercasse in modo subliminale (e non si può fare) di creare ancora più "insicurezza" nella testa dei potenziali elettori, soprattutto quelli indecisi.
E invece noi di "marcel vulpis e dintorni" li abbiamo tanati. Mi si dia almeno il merito che non essendo di sinistra questa "bloggata" vale doppio.
Comunque complimenti a Berlusconi perché a ogni elezione sa toccare il tasto giusto del cuore degli italioti. Questa volta è la sicurezza, la paura (e non ha tutti i torti) di avere il romeno da bidonville alla porta di casa con un'ascia in mano.
Sarà subliminale, però ci azzecca.
Come dargli torto. Peccato che lo faccia, ripeto, in modo subliminale. Se lo dicesse apertamente la gente scenderebbe in piazza per acclamarlo. Al contrario siccome anche Berlusca un pò teme Walter non vuole passare per razzista e quindi via al progetto di "pisicologia di quart'ordine in salsa mediatica". Il tutto targato reti del Biscione.

GIORNALISTI: UNA GENERAZIONE "COPIA E INCOLLA"

Scrivere trenta righe per 70 caratteri è la base del lavoro di giornalista, ma ormai si sa è più figo fare gli opinionisti per la radio o la tv locale di turno. Scrivere, quindi, è diventato un lavoro "duro", troppo forse per molti nostri colleghi.
Pubblico lo sfogo del giornalista (lui sì 30 righe in croce le sa scrivere e come) Marco liguori, che conosco da un pò di tempo e che si sbatte per mettere (come tutti i free-lance) il pranzo con la cena.
Il suo j'accuse è indicativo id un malessere della categoria ed è giusto rimarcarlo su questo blog.

da "Il Pallone in Confusione"
martedì 25 marzo 2008
Per copia conforme

Ovvero come appropriarsi del lavoro altrui e vivere felici...

Domenica 23 marzo ho letto sulla rassegna stampa del Comune di Torino http://rassegnastampa.comune.torino.it/orazionet/main.aspx?CodCli=2&cliente=COMUNE%20TORINO&CodiceLogin=2
un articolo, siglato M. S., del quotidiano Tuttosport intitolato "La Juve tratta per evitare una disputa-stadio al Tar". E' una copia evidente del mio articolo pubblicato il giorno prima "Lo stadio della Juventus rischia lo stop del Tar". In esso sono riportate a firma dell'articolista una serie di dichiarazioni rilasciate in esclusiva a me e al mio quotidiano Liberomercato dal sindaco di Venaria Reale, Nicola Pollari, a proposito del tentativo di accordo tra la sua amministrazione e la Juventus. Addirittura c'è l'indicazione della distanza tra il centro commerciale dello stadio delle Alpi e quello di Venaria (90 metri) che avevo scritto nel mio pezzo. Un vero esempio di "giornalismo" che non ha avuto neanche il coraggio di firmare per esteso: complimenti!!! Non si capisce cosa costava citare Liberomercato: forse avevano timore che citare costa...
Questo fenomeno degli "amanuensi" è una piaga che si sta ripetendo troppo spesso: l'Ordine di giornalisti dovrebbe debellarla definitivamente. Come si può leggere in questo blog alla voce "avviso a quelli che copiano i miei articoli senza citare", già nello scorso ottobre un mio articolo sugli orologi di Moggi fu copiato da diversi quotidiani come "Il Sole 24 Ore", La Stampa" e la "Gazzetta dello Sport". Episodio censurato dal mio direttore Oscar Giannino.
In attesa di eventuali decisioni in merito da parte dell'editore di Liberomercato, pubblico in questo post l'articolo di Tuttosport e il mio in modo da chiarire meglio ai lettori cosa voglia dire copiare il lavoro altrui.

Tuttosport 23 marzo 2008
Il club vende la sua quota di Semana
La Juve tratta per evitare una disputa-stadio al Tar
TORINO Prima di avviare la costruzione del nuovo Delle Alpi la Juventus spera di risolvere i contenziosi amministrativi che gravano sull'area attorno all'impianto. E' di qualche anno fa, infati, il ricorso del Comune di Venaria, centro limitrofo a Torino e confinante con lo stadio, per impedire l'attivazione dei due centri commerciali che dovrebbero sorgere nell'area della Continassa, a 90 metri da un altro ipermercato situato nel territorio di Venaria. Lo stesso comune ha poi impugnato l'approvazione della variente al Pec (Piano esecutivo convenzionato) legata al Delle Alpi. Entrambe le controversie sono state trasferite al Tar. In attesa del pronunciamento del Tribunale Amministrativo, i cui tempi sono decisamente lunghi, la Juventus sta cercando di trovare un accordo con il Comune di Venaria. Il club di Corso Galileo Ferraris sarebbe disposto a accollarsi i costi indotti, come quelli della raccolta rifiuti, pagandoli di fatto sia al Comune di Torino sia a quello di Venaria.
DISMISSIONE Dopo aver ceduto a ottobre la Campi di Vinovo, il 4 marzo il club bianconero ha perfezionato la vendita della sua quota (il 30 per cento del capitale sociale) della Semana, società i gestione e manutenzione di impianti e immobili, quali lo Stadio delle Alpi, l'Olimpico, il centro sportivo di Vinovo, il Golf Club del paro La Mandria (di cui è presidente Allegra Agnelli, vedova di Umberto). La Juventus ha incassato 100mila euro, con una plusvalenza di 70mila, dalla Ese, già detentrice del 70 per cento della Semana, e in mano alle due fiduciarie (Nomenfid e Simonfid) della famiglia Grande Stevens. Con queste dismissioni la Juventus non ha più compartecipazioni in altre società: la volontà del club è quella di concentrarsi solo sull'aspetto sportivo e sullo stadio.


Liberomercato 22 marzo 2008

Ostacoli al piano bianconero

Lo stadio della Juventus
rischia lo stop del Tar

Ricorso del comune di Venaria Reale contro l’impianto:
non si può realizzare, a 90 metri c’è un centro commerciale

Marco Liguori
Lo Stadio delle Alpi torna sotto i riflettori. Nell’ultima semestrale della Juventus si legge infatti che la società ha venduto il 4 marzo scorso per 100mila euro (con plusvalenza di 70mila) la propria quota del 30% nella Semana, società di “guardiania e conservazione” dell’impianto torinese, alla Ese, già detentrice del 70%. Inoltre, il progetto dello Stadio delle Alpi da 105 milioni annunciato martedì scorso dalla Juventus (su cui ha il diritto di superficie) è a rischio. Secondo quanto ricostruito da Liberomercato è tuttora pendente un contenzioso amministrativo presso il Tar Piemonte iniziato nel maggio del 2006 dal Comune di Venaria Reale, il cui confine territoriale è prospiciente all’impianto sito nella periferia a nord di Torino. Stando al prospetto dell’aumento di capitale del maggio 2007 della società bianconera quotata a Piazza Affari, la città della celebre reggia ha promosso un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica contro la Juve, la Regione Piemonte (che stando alla voce “sponsor” del sito internet del club della Famiglia Agnelli è un suo “official supplier”), la Provincia e il Comune di Torino (“commercial partner” della Juve) “per ottenere l’annullamento, previa sospensione, dei provvedimenti del 22 dicembre 2005 con i quali la conferenza dei servizi aveva accolto la richiesta di autorizzazione per l’attivazione di un centro commerciale classico e di un centro commerciale sequenziale e delle relative autorizzazioni commerciali rilasciate dal Comune di Torino”. Il Comune di Venaria, guidato dal centrosinistra, ha anche promosso un secondo ricorso con cui “ha impugnato – si legge sempre nel prospetto – con istanza di sospensione, la deliberazione n.132 dell’11 aprile 2006 di approvazione della variante al piano esecutivo convenzionato relativo a “Ambito 4.23 Stadio Delle Alpi”. La Juventus si è opposta e ha ottenuto il trasferimento di entrambi al Tar.
Il tutto nasce principalmente dal fatto che ad appena 90 metri dallo stadio, nel territorio venariese, c’è un centro commerciale. “Nel momento in cui verranno accolte le nostre richieste – ha spiegato a Liberomercato il sindaco di Venaria Reale, Nicola Pollari – l’amministrazione comunale ritirerà il ricorso pendente”. Da alcuni mesi è in corso una trattativa tra il Comune di Venaria, la società bianconera e gli altri enti per dirimere la questione. “La Juventus propone di coprire i costi indotti – prosegue il sindaco – che ora cadono sulla comunità venariese come quelli della raccolta rifiuti e della pulizia strade, pagando di fatto la tariffa igiene ambientale per Venaria e Torino”. Con il comune del sindaco Sergio Chiamparino “abbiamo cercato di realizzare un testo di accordo che risolva le problematiche edilizie, urbanistiche, ambientali, di viabilità e di trasporto pubblico” spiega Pollari.
Tornando alla Semana, gli azionisti della sua controllante Ese si trincerano dietro Nomenfid e Simonfid, le due fiduciarie della famiglia Grande Stevens. Secondo la semestrale bianconera, Semana ha anche la “conduzione dello Stadio Olimpico di Torino” (di proprietà comunale) dove gioca la Juve con il Torino, la gestione del centro allenamento di Vinovo e del Golf Royal Park parco La Mandria. Secondo l’ultima visura della Camera di Commercio, presidente di quest’ultimo è Allegra Caracciolo di Castagneto, moglie del defunto Umberto Agnelli, mentre il figlio Andrea Agnelli è consigliere delegato: ne è consigliere Romy Gai, ex direttore marketing juventino. Chi sono gli azionisti di questa srl senza scopo di lucro con interessi immobiliari? Non è dato conoscerli: si celano dietro la fiduciaria torinese Crf, proprietaria del 99,99%.

lunedì 24 marzo 2008

QUANDO LE PAROLE SONO IL SENSO DEL NULLA...

L'imbarazzo è forte se si pensa a quanto sta accadendo in Tibet nelle ultime ore. Contattato dai media internazionali Jacques Rogge (presidente del CIO) è intervenuto così:

La violenta repressione delle proteste ha indotto diversi sportivi e attivisti per i diritti umani a chiedere il boicottaggio delle Olimpiadi, nelle quali invece il presidente del Comitato olimpico internazionale (Cio) Jacques Rogge vede un'opportunità di "cambiamento" per la Cina. "Pensiamo che aprendo la Cina allo sguardo del mondo attraverso i 2.500 rappresentanti dei media che assisteranno alla manifestazione olimpica, il paese cambierà", ha dichiarato Rogge.

Meglio star zitti...veramente alcune volte.

CORDATA BERLUSCONI SU ALITALIA: BLUFF O VERITA'

In attesa di capirne di più tra il centro-sinistra che attacca Berlusconi, affiancata dall'ex alleato Casini (che ormai parla apertamente di Bluff) adesso arriva l'appoggio morale della Lega, che, alla fine della fiera, si presenta come il vero e unico alleato del "Cavaliere".
Di seguito il take dell'AGI sull'intervento di Maroni (LegaNord)
La Lega Nord guarda con molto interesse all'iniziativa di Silvio Berlusconi su Alitalia.
Roberto Maroni, dai microfoni di radio Padania, dice che il suo movimento politico guarda con "attenzione all'iniziativa di Berlusconi, molto forte, molto concreta. Siamo certi che se questa cordata ci sara', terra' in giusto conto le sorti di Malpensa, a differenza di quanto ha fatto Air France".
Secondo Maroni la societa' francese ha solo "l'interesse a chiudere Malpensa per chiudere un concorrente rispetto a Parigi. Questi due scali sono troppo vicini, troppo simili. So che l'iniziativa di Berlusconi ha fra i suoi obiettivi non solo l'acquisto di Alitalia ma, per noi soprattutto, il rilancio e la salvaguardia di Malpensa".

PERCHE' L'ITALIA E' IN FORTE DECLINO...

Interessante disamina sui mali del nostro Paese. Da leggere. Individuate sul portale giornalistico "L'Occidentale", che tra l'altro fra pochi gironi fa un anno di vita.

fonte: www.loccidentale.it

Dieci motivi per cui l'Italia cresce troppo poco
di Francesco Forte
Io qui presento il decalogo degli handicap che bisogna affrontare per far crescere la nostra economia. Mi pare che sia il vero test per valutare i programmi elettorali attuali dei due maggiori schieramenti e quello della rosa bianca. Per valutare le “promesse” su cui i leader insistono nella presentazione di tali programmi, di fatto individuandone le priorità. Esso è anche il test per valutare l’attitudine a generare crescita dei governi dei partiti di questi leader, quando furono al governo e quindi la credibilità delle promesse . Il test, infine, è essenziale per valutare la attitudine dei compagni di strada dei due schieramenti a generare crescita.

I dati della nostra economia in confronto a quelle vicine di Francia e Spagna giustificano la necessità di porre in prima linea il problema della ripresa della crescita del nostro Pil e quindi dell’esame degli handicap ad essa, in relazione alla politica economica italiana. Nel 2006, l’Italia ebbe un aumento del Pil (prodotto interno lordo) dello 1,8%, la Francia del 2 e la Spagna del 3,9. Nel 2007, l’aumento del nostro Pil è di 1,5, quella della Francia a di 1,9 e della Spagna di 3,8. Per il 2008, per l’Italia si prevede lo 0,6 , per la Francia 1,7 e per la Spagna 2,7. Nel decennio 1991-2001 l’Italia ha avuto una crescita del Pil del 1,6%, la Francia del 2, la Spagna del 2,8, la Germania del 2,1 e la media dell’Europa dei 15 è stata del 2,2. Dal 2001 al 2006 l’Italia ha avuto una crescita dello 0,9 contro lo 1,6 della Francia, il 3,3 della Spagna e lo 1 della Germania e la media dello 1,8 dell’Europa dei 15.

Eppure la nostra industria si è ristrutturata e va bene nell’export. Qui il declino relativo rispetto al resto di Europa non c’è. Il nostro export è il 3,1 di quello mondiale, quello spagnolo dello 1,7, quello della Francia il 4,1 e quello della Gran Bretagna che fruisce dell’area della sterlina di poco superiore al nostro, il 3,8%. Solo la Germania con lo 8,6 ci batte. E’ vero che rispetto al 1991 siamo regrediti di 1,4 punti. Ma questo dipende dal fatto che nel frattempo sono comparsi sul commercio mondiale i giganti asiatici e l’ex Urss. Rispetto al 1991 la Germania e la Francia hanno perso 2,1 punti, la Gran Bretagna 1,5 punti. L’Italia ha una produzione industriale manifatturiera maggiore della Francia: 317 miliardi di euro contro 276 (dati 2005). La spagnola è solo di 180. Ma l’Italia non cresce a causa di ostacoli collegati alla politica economica sbagliata, in gran parte inventata dalla sinistra degli anni 70 e dai post comunisti successivi , di cui per altro il parlamento non si è curato, anche quando la maggioranza è stata degli altri.

Riassumo in un decalogo le ragioni per cui l’Italia non cresce.
Il primo handicap è che sono state bloccate le “grandi opere”, in primis la Tav, e il Ponte sullo Stretto grande volano di ordinativi industriali.
Il secondo handicap sta nelle procedure bizantine dell’ambiente e nel monopolio burocratico dell’Anas che bloccano i lavori pubblici. La valutazione di impatto ambientale impiega dai mille ai mille cinquecento giorni dall’inizio della procedura alla firma del Ministro. La legge obbiettivo che doveva semplificare ciò è stata fermata. Mentre l’economia italiana non può contare sul traino dei lavori pubblici, i costi delle attività produttive sono aggravati dalla carenza di infrastrutture . Ciò si ripercuote sul turismo italiano, handicappato rispetto allo spagnolo e al francese. La mancanza di infrastrutture riduce la domanda e peggiora i servizi turistici. A ciò s’aggiunge la carenza di sicurezza e ora l’immagine della spazzatura napoletana.

Quarto handicap, l’ostilità a termovalorizzatori, gassificatori, centrali a carbone pulito, nucleare sicuro, cioè ad una politica energetica meno ridicola del programma basato sulle energie del sole e del vento sovvenzionate a carico dell’industria elettrica e del contribuente. L’Italia, paese manifatturiero per eccellenza, ha un costo differenziale d’energia. Un quinto handicap è costituito dalla marea di regolamentazioni delle imprese, che s’accresce di continuo e dalle disfunzioni della giustizia .Ci vogliono 284 giorni per la licenza per costruire un capannone. E 1210 per le controversie legali su un contratto. Il sesto handicap è che in Italia non si può fare nulla senza il consenso dei sindacati federali. La inadeguata produttività dipende dal fatto che i salari sono contrattati a livello nazionale, non periferico e non sono commisurati al rendimento dei singoli. E al lavoro flessibile si sono posti crescenti ostacoli, compreso un onere contributivo sempre più elevato,che induce molte imprese a tornare al sommerso.

Il settimo handicap riguarda il settimo comandamento,“non rubare”, e s’applica,in senso traslato, alla burocrazia pubblica e alla sua casta. I dipendenti pubblici sono 3 milioni e 540 mila. Dal 2000 al 2005 hanno avuto un aumento di retribuzioni del 23%, contro l’aumento del 13% dei privati. I dirigenti generali pubblici hanno avuto aumenti di stipendi del 53%, i dirigenti del 28 e i funzionari del 16%. Il vertice burocratico si aumenta gli stipendi, mentre l’assenteismo di statali, parastatali ed addetti d’agenzie pubbliche è il 15%; ed arriva al13% per i comuni le Asl. A ciò si collega l’ottavo handicap: la pressione fiscale passata dal 40,6 % del 2005 al 43,2% attuale,che frena la crescita. Un nono handicap: le imposte gravano troppo sui proventi e i costi delle imprese e sugli scambi di ricchezza. Sui proventi delle imprese l’onere, inclusa Irap, è il 40%. I tributi di registro sono il 10%. Così il patrimonio immobiliare è mal gestito, perché il mercato non funziona. Fra contributi sociali ed Irap gli oneri sulle retribuzioni lorde pagate dalle imprese supera il 45%. Il decimo handicap è il costo elevato e il rendimento scadentissimo dei legislatori, che, come sostiene il professor Massimo Ferrara in un breve scritto su “Il fisco”, aumenta l’evasione fiscale e quindi riduce la possibilità di diminuire il peso fiscale su chi paga.

E ADESSO INIZIERA' LA GAZZARRA

Tempi duri per gli sponsor del Cio a leggere questa mattina le agenzie di informazione giornalistica.
All'apertura del viaggio della torcia olimpica in Grecia ci sono state le prime manifestazioni di protesta contro la Cina e la sua politica oppressiva nei confronti del Tibet, che sta graudalmente sparendo.

Leggete anche questa news di www.sporteconomy.it

Parte male il viaggio della torcia olimpica di Pechino 2008. Secondo quanto riporta l'agenzia internazionale Reuters, la torcia olimpica è stata accesa stamattina nel corso di una solenne cerimonia nell'antica Olimpia, in Grecia. Il tutto è stato intervallato dalle proteste di manifestanti (al centro il problema dei rapporti tra Cina e Tibet).

Ora la torcia viaggerà per oltre quattro mesi fino a giungere a Pechino, dove l'8 agosto si apriranno le Olimipiadi 2008.

Nel sito archeologico dell'antica Olimpia l'attrice Maria Nafpliotou, nei panni della sacerdotessa, ha acceso la torcia grazie ai raggi di sole usciti per pochi minuti da un cielo nuvoloso e riflessi in uno specchio concavo.

In precedenza una coppia di dimostranti non identificati con un bandiera aveva tentato di interrompere il discorso del capo dell'organizzazione delle Olimpiadi di Pechino, Liu Qi.

Adesso bisognerà capire quale sarà la posizione di Samsung e Coca-Cola, presenting partner del viaggio della torcia olimpica nel mondo. Problemi, più sul tema della globalizzazione, c'erano stati anche in occasione del viaggio del simbolo delle Olimpiadi per Torino 2006 (ultima edizione dei Giochi invernali).

domenica 23 marzo 2008

IL CALCIO RIPARTE DA "SPONSORNET" (3-5 luglio/Napoli)

Si svolgerà a Napoli dal 3 al 5 luglio prossimi, la prima edizione di SponsorNet, business marketing forum dedicato al mondo del calcio e non solo...Ad organizzarla ci penserà la Jo.Ve MediaEvents (con sede a Napoli), che vuole creare un primo momento d'incontro tra operatori del settore, partendo dai direttori marketing & sponsorship della serie "A", fino ad arrivare alle cosiddette serie minori (B, C1 e C2). Saranno tre giorni di lavori incentrati su: marketing/sponsorship; ricavi da stadio, rapporti club-fan base e merchandising.
Nei prossimi giorni saranno anche comunicati i titoli degli incontri specialistici della 1a edizione di SPONSORNET (www.sponsornet.it). Previsti oltre 300 addetti ai lavori da tutta Italia.
"Dopo i fasti di ExpoGol c'era bisogno nuovamente di un momento di incontro per chi investe e lavora nel mondo del calcio, con particolare attenzione al settore dello sports-marketing", ha spiegato Mimmo Mazzella - direttore responsabile del progetto SPONSORNET. "Questa manifestazione riparte da quella tipologia di format, ma con l'obiettivo di creare una vera e propria community, che ogni anno si incontrerà al Sud per fare un punto della situazione del mercato del marketing calcistico".

ALITALIA, UN'AZIENDA FALLITA

Ancora si parla di "salvataggio" dell'Alitalia, una compagnia di bandiera su cui hanno mangiato tutti, nessuno escluso.
Adesso la sinistra spinge su Air france, La destra su una fantomatica cordata italiana (sempre di salvataggio).
Ma non vi siete accorti tutti che Alitalia è tecnicamente fallita da tempo. Un vettore aereo che arriva a far pagare anche più di 400 euro per la tratta Milano-Roma, come la chiamereste?
Decotta o fallita. Secondo me Berlusconi su questa puttanata dell'Alitalia ci perderà qualche punto percentuale. Ha detto che vuole fare il salvatore della patria e adesso lo deve fare, però, se no si sputtana lui.