domenica 20 gennaio 2008

CHIUDE ITALIA.IT, PORTALE DEL CENTRO-SINISTRA DA 45 MLN DI EURO...ALTRI SOLDI DEGLI ITALIANI GETTATI NELLA SPAZZATURA

Nuova sconfitta del Governo e del Centro-Sinistra. Il portale Italia.it, che doveva essere un cavallo di battaglia del nuovo modo di fare comunicazione del Paese ha chiuso venerdì sera, nel silenzio più totale dei media.
Ma come mai Europa, Il Nuovo Riformista, Liberazione, Il Manifesto, l'Unità sempre pronti a scoprire le news che gli altri non vedono non hanno pizzicato questa news "clamorosa". E sì perchè il portalone dell'Italia tanto voluto dal governo Prodi e dal ministro Rutelli è costato 45 milioni di euro. Mica spiccioli.
Ma quanto è brava questa nuova Sinistra italiana che avanza. Sempre pronta a "oscurare" le proprie sconfitte e a esaltare solo quello che ritiene importante per il suo sviluppo.
Bravi, bravi a tutti, inclusi i giornalisti di Italia.it
Oggi chiude il portale, speriamo che, tra qualche mese, non chiuda proprio il Paese.


da VARESENEWS.IT
Ieri sera, venerdì 18, il portale Italia.it ha esalato il suo ultimo “respiro”. Questa esperienza ha avuto vita difficile fin dai suoi primissimi giorni di vita. L’idea di creare un portale in grado di promuovere l’immagine del nostro paese era nata nel 1994, su proposta del ministro Stanca. Per vedere la prima realizzazione, però, si è dovuto attendere fino a febbraio 2007, quando questo sito internet venne presentato in pompa magna alla Bit.

Immediatamente il portale fu bersaglio di critiche agguerrite, in particolare da parte di blog particolarmente influenti. In effetti motivi di sberleffo ne offriva in abbondanza. Per prima cosa il sito disponeva di una struttra tecnologica inadatta ad una pagina istituzionale, difficile da navigare senza banda larga, inaccessibile ai disabili e vulnerabile agli attacchi. Inoltre presentava errori grossolani di grammatica e ortografia.

Ancor più pesanti le critiche al design del logo, con tanto di piena bocciatura di Oliviero Toscani dalle pagine del blog Caymag: “È l’ennesima occasione mancata per il Paese, una operazione mal riuscita e gestita da incompetenti, un piccolo marchietto che rispecchia perfettamente l’Italia di oggi, presuntuosa e poco consistente”.

Una polemica che si sarebbe esaurita in poco tempo, ma un “piccolo” particolare l’ha resa ancor più scottante: questo portale sono stati investiti dallo Stato ben 45 milioni di euro. Alla faccia di tecnologie “leggere” e investimenti oculati.

La fine di questo portale si è rivelata indecorosa, almeno quanto gli inizi. Già ad ottobre Rutelli aveva “minacciato” il progetto, sostenendo che a meno di cambiamenti sostanziali quelle pagine sarebbero state rimosse. In effetti i risultati sono stati deludenti: nel maggio del 2007 Italia.it era ancora al 2.539˚ posto nella classifica dei web nazionali e al 579.039˚ in quelli degli Stati Uniti.

La redazione napoletana del portale, che in questi mesi si è effettivamente impegnata in un recupero dei contenuti, provando a coinvolgere anche le Regioni, ha passato diversi mesi nell’incertezza totale. Il portale sarebbe stato rinnovato o effettivamente chiuso? Per 60 giorni i redattori hanno lavorato gratuitamente, mentre nessuno era in grado di dare risposte precise sul loro futuro.

Verso le 19 di ieri sera il Dipartimentio dell’innovazione tecnologica ha optato per la chiusura, ma al momento non sono state diffuse note ufficiali. Una linea di comportamento che accompagna da tempo le polemiche: già due volte, infatti, il Governo non è stato particolarmente trasparente. La documentazione pubblica sulla genesi del portale non è stata consegnata né ai firmatari del sito “Scandalo Italiano” né all’associazione “Generazione Attiva”. Ora digitando Italia.it non appare nemmeno un sito di “addio”, ma il generico messaggio di “pagina non raggiungibile”. Sperando che, vista l’entità dell’investimento, questa non rimanga l’unica comunicazione in merito all’accaduto.

1 commento:

Anonimo ha detto...

e certamente tutto andrà per il meglio se arriverà la rossa, esattamente come i canili che non ha saputo gestire (ma le cronache ignoreranno questi piccoli particolari ovviamente)